Il Comune non paga l’affitto, come avrebbe dovuto, e lei viene sfrattata di casa. Cristina, quaranta anni e un figlio di dieci a carico, si è vista così recapitare dal tribunale di Sulmona un’ingiunzione di sfratto dall’abitazione che il Comune le aveva trovato dopo che la sua casa in via Pantaleo era stata dichiarata inagibile a seguito del sisma del 2009.
“Dopo il terremoto, io ragazza madre, mi ritrovai in mezzo ad una strada con un figlio di un anno – racconta – per due anni sono stata in albergo, dopodiché il Comune mi assegnò una casa in centro storico dalla quale, ora, entro il 25 ottobre, ha deciso il tribunale, dovrò andar via”.
Cristina rientra tra gli sfollati del sisma di nove anni fa, ai quali venne concessa la possibilità di scegliere se ricevere un contributo per l’autonomia sistemazione (anche questi non erogati ormai da diciassette mesi) o di far gestire tutta la logistica direttamente dal Comune (e la donna scelse quest’ultima opzione).
Da un anno e mezzo, però, di soldi non ne arrivano più, tant’è che il Comune ha maturato nei confronti del proprietario di casa un debito di 6.200 euro.
“La cosa singolare – spiega l’avvocato Andrea Lucci, che sta seguendo Cristina – è che il Comune nella causa intentata dal proprietario non solo non si è mai costituito, ma non si è mai fatto vedere, neanche per chiedere i termini di grazia per saldare il debito. C’è da specificare che lo sfratto segue un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale nei confronti del Comune e non della mia cliente, la quale non ha sottoscritto alcun contratto con il proprietario, ma che comunque ora dovrà lasciare la sua abitazione”.
La situazione di Cristina è una delle tante di difficoltà che si sono trovati ad affrontare gli sfollati di Sulmona (una sessantina attualmente) negli ultimi mesi. Una difficoltà che a quanto pare, e a quanto annunciato dall’assessore Antonio Angelone, non sarà così facile e immediato risolvere, perché di soldi in arrivo non ce ne sono, né si sa se arriveranno.
Per chi ha scelto il contributo resta un credito di diciassette mensilità da parte del Comune da riscuotere, chi ha deciso di affidarsi invece direttamente a palazzo San Francesco si ritrova ora con l’ufficiale giudiziario dietro l’uscio.
bene,anzi male,i denari ci sono per le varie giostre,sagre,feste ,per la visibilita’dei cialtroni,per gli annunci,le dichiarazioni degli incapaci,fannulloni,inconcludendi…ma non per i servizi essenziali,le priorita’,le esigenze dei Cittadini…un’amministratore medio/scarso gestisce come le leggi ordinano: amministrare come un buon padre di famiglia…poi quelli buoni,bravi, eccellenti,lungimiranti,virtuosi…presentano bilanci economicamente positivi con produttivita’ e prodotti/servizi ottimi,certi,usufruibili,o no?
Ci sono i soldi dei premi dei dirigenti, che più che i premi meriterebbero qualcos’altro, i famosi 30.000€ dello staff del sindaco se si riducessero lo stipendio, come sarebbe giusto che anche il sindaco riducendosi lo stipendio, un po di sacrificio per tutti, il che sarebbe anche gradito ai cittadini che stringono la cinghia ogni giorno