Qualche migliaio di euro e passa la paura, almeno quella di rimanere sotto un muretto che crolla, perché quella di inaugurare un’altra “opera d’arte” come quella che da sei anni orna palazzo Pretorio, si fa anzi più concreta.
Questa mattina così una ditta incaricata dal Comune ha provveduto, nella città dell’emergenza e delle transenne, a puntellare il muro di cinta della scuola Lola Di Stefano in viale Roosvelt: travi in legno che occupano gran parte del marciapiede e che nelle intenzioni del Comune dovrebbero reggere il muro di cinta finché per questo non si troverà una soluzione.
Il pericolo segnalato in un esposto qualche settimana fa è stato confermato dal sopralluogo dei tecnici del Comune dopo l’articolo del Germe: uno spanciamento, quello del muro di cinta, che potrebbe provocare danni a cose e persone che transitano nella zona, tra cui, è bene ricordarlo, ci sono gli studenti delle scuole dell’infanzia e primaria.
Quanto “l’opera d’arte”, come quella del porticato in legno di palazzo Pretorio (già rifatto tre volte), sia destinata a rimanere in loco è difficile dirlo, perché è vero che la scuola prima o poi, forse a breve chissà, sarà interessata dai lavori di adeguamento sismico, ma è anche vero che quel muretto, per il quale è necessaria una complessa trattativa con la soprintendenza, non fa parte di detti lavori.
I soldi, però, su un lavoro da milioni di euro si trovano nelle pieghe dei ribassi e delle economie, il problema piuttosto è come intervenire per eliminare la minaccia all’origine. Più che la soprintendenza alle Belle Arti, infatti, l’ostacolo è il grosso albero di cedro che si trova all’interno del cortile e le cui radici sono la causa della destabilizzazione del muretto.
Insomma come per i due pini di piazza del Carmine, si preannuncia per il cedro della Lola Di Stefano una visita del “dottore” (ovvero un agronomo) e un probabile abbattimento.
Entro l’anno, promettono dal Comune, sarà fatta una perizia e una rilevazione topografica con il parere di un agronomo che dirà se ci sono le condizioni per tagliare l’albero che, tuttavia, malato certo non appare. Anzi.
La sua presenza e le sue radici, però, minacciano e minacceranno la stabilità della recinzione anche in futuro. O l’una o l’altra, insomma. Certo il puntellamento non può essere la soluzione.
Per completezza di informazione va aggiunto un dato di rilevanza fondamentale. Subito dietro l’angolo (lato Eraldo) potrete trovare il taglio del muro di cinta effettuato per inserirvi una cassetta elettrica di servizio. È del tutto evidente che tale intervento ha indebolito il muro che è stato interrotto di almeno trenta centimetri. Altro che albero.
La responsabilità del cedimento é altrove. E la caccia ai nuovi barbari é aperta…
Può leggerlo nell’articolo linkato