Le polemiche sul “caso Cirilli” non accennano a placarsi e dagli articoli di giornale rischiano ora di trasferirsi sui banchi del tribunale. Perché al danno e alla beffa, dice la moglie e manager di Cirilli, Maria De Luca, non può aggiungersi la diffamazione.
“Per giustificare il ritardo increscioso ci ha sempre detto (Colarossi, ndr) che la (Fondazione, ndr) Carispaq non lo aveva ancora pagato – scrive Maria De Luca, riferendosi al presidente dell’associazione Insieme Semplicemente, Anselmo Colarossi – e che a costo di togliersi i soldi dalle sue tasche Gabriele avrebbe avuto quanto pattuito”. La De Luca allega alla lettera i prospetti e i rendiconti della manifestazione, nei quali tra le altre voci non ancora pagate, su un budget complessivo di circa 20mila euro, è segnato in rosso, con scritto “da pagare”, il cachet di Cirilli.
“Quindi quanto scritto da Patrizio Iavarone e altri è vero – continua Maria De Luca -: a noi questo è stato sempre detto da Colarossi che la Fondazione Carispaq doveva ancora saldarlo. La sua dichiarazione che l’artista Cirilli non doveva percepire compenso è assolutamente falsa. Noi adiremo le vie legali contro Colarossi e la sua associazione Semplicemente Insieme per aver sfruttato il lavoro e l’immagine dell’artista Gabriele Cirilli non solo nell’evento di piazza Garibaldi ma anche nella festa della parrocchia di San Francesco e nella creazione di un video per promuovere l’immagine della parrocchia che è stato proiettato durante il premio Ovidio. Ma soprattutto per aver cercato di infangare il nome di un artista screditando la sua parola. Sia detto anche che il signor Colarossi ha usato il nome di Gabriele Cirilli per richiedere dei finanziamenti per il premio che avrebbe dovuto svolgersi quest’anno”.
Ma non è tutto, perchè alla querelle di Cirilli, si aggiunge anche quella dell’Aias, l’associazione a tutela dei disabili che aveva fornito le statuine di Ovidio per i premiati e che, come da noi detto in un altro articolo, aspetta ancora di essere rimborsata almeno delle spese vive.
“Per capire meglio come stanno le cose, sarebbe bene, anche nel caso dell’Associazione italiana assistenza spastici, sapere come siano realmente andati i fatti – scrive Mauro Nardella, consigliere dell’Aias di Sulmona -. Anche nel caso che va a riguardare i presunti 1000 euro spesi da una realtà quale è quella capitanata dal professor Ventresca e che non si sa, attese le informazioni rilasciate ad un cronista del posto dallo stesso professore, se sarebbero dovuti essere o meno e da chi restituite, andrebbe fatta chiarezza”. Anche perchè, coglie l’occasione Nardella, l’Aias non è che se la passi così bene dal punto di vista economico: “Certo è – aggiunge – che allo stato attuale la struttura, complice anche e soprattutto il mancato convenzionamento non ancora acceso con il Comune capofila dell’Ente d’Ambito sociale, che ha già fatto perdere il finanziamento regionale pari a euro 10.000 del 2018 e che rischia anche quest’anno di essere soltanto sognato, tutto si può permettere fuorché quello di rimetterci ulteriormente”.
Stavolta Cirilli non scherza e fa bene