Una legge che non c’è e due aziende importanti per l’occupazione abruzzese che rischiano la sostenibilità economica senza avere la possibilità di prodursi energia. Il consigliere regionale Antonio Blasoli torna a sollecitare il presidente Marsilio sulla normativa relativa alle grandi captazioni idroelettriche che minacciano la sopravvivenza del Polo chimico di Bussi di cui vivono duemila famiglie e quella della cartiera Burgo di Avezzano da cui dipendono, tra indotto e diretto, altre trecento famiglie.
“Le divergenze in seno alla maggioranza hanno determinato il rinvio di tutte le decisioni in materia di idroelettrico – scrive Blasioli – venne assicurato in Consiglio regionale che nel giro di poco tempo si sarebbe tornati sull’argomento, eppure sono trascorsi altri due mesi e, malgrado le mie svariate sollecitazioni nelle sedi istituzionali, non si intravede nessuna volontà di contemperare il rispetto dei diversi principi costituzionali con le esigenze di queste due importanti realtà della nostra Regione”.
Il punto è il rilascio delle concessioni e una normativa che garantisca a queste aziende energivore di potersi produrre energia, senza infrangere le direttive della concorrenza: “Quella delle grandi derivazioni idroelettriche è una materia complessa che sicuramente subirà altri interventi legislativi in Parlamento, ma è anche vero che, come spiegato dalle imprese in Commissione, oltre al generale principio della concorrenza bisogna tener conto della tutela dell’ambiente, dell’autosufficienza e della sostenibilità energetica aggiunge Blasioli -. Mi auguro che la Regione Abruzzo voglia dare seguito alla richiesta delle imprese di autoproduzione di energia istituendo uno specifico tavolo istituzionale al fine di individuare tutte le soluzioni in grado di rispettare i principi costituzionali citati e garantire soprattutto la tutela del lavoro”.
in pratica vorrebbe dire dare alle grandi aziende chimiche ecc. che già occupano il territorio la priorità a poter produrre energia dall’acqua che già utilizzano per fare i loro prodotti (chimici o carta). sono totalmente in disaccordo con questa proposta che di fatto sembra più un favore mascherato dal ricatto dei posti di lavoro. possono fare anche altro piuttosto che derivare l’acqua del fiume, ad esempio comprando direttamente sul mercato elettrico l’energia di cui hanno bisogno. ma agli industriali non credo serva il mio consiglio. il politico di turno farebbe bene a spiegare ai cittadini in maniera corretta come sta la questione.
Polo chimico di bussi da cui vivono 2mila famiglie? Hai tempi d’oro, oggi moltissimi di meno, forse qualche centinaio