I selfie e le mascherine. Lettera di una lettrice

(ph. OneShotLive)

Riceviamo e pubblichiamo da una lettrice:

Il coronavirus oggi ci ha insegnato solo una cosa: a fare i conti con la nostra impreparazione. Non parlo di impreparazione scientifica, perché la scienza è scoperta e se non ci fosse nulla da scoprire non avrebbe motivo di esistere. Parlo di impreparazione nel sentirsi ed essere cittadini al 100%, con tanto di diritti ma, soprattutto, tanto di doveri. E questa volta non ne abbiamo beccata una! Nonostante le mille richieste che ci sono arrivate in tutte le salse e in tutte le forme, abbiamo fatto quello che ci riesce meglio: preoccuparci per noi stessi e basta.  Ci hanno detto che dovevamo rimanere dove eravamo? Bene, abbiamo preso treni e autobus e abbiamo percorso l’Italia da Nord a Sud, da Sud a Nord, da Est ad Ovest e da Ovest ad Est. Ci hanno detto restate a casa? Bene, abbiamo invaso parchi, strade, supermercati, bar, tabaccherie. Ci hanno chiesto di mostrare maturità, senso di responsabilità e rispetto per i più deboli, anziani e malati? Bene abbiamo preso le bicilette e siamo andati in giro, abbiamo indossato le nostre tutine da sport, che normalmente non vedono il sole manco se ci pagano, e siamo andati a correre. Pur di uscire sotto casa, ci siamo autoconvinti che i nostri cani avessero problemi di incontinenza, e li abbiamo portati in giro facendo finta di nulla. E ora, mentre ci stiamo rendendo conto che c’è qualcosa di invisibile che non riusciamo a gestire, apriamo Facebook la mattina e leggiamo anche i nostri sindaci farsi la ‘guerra’ delle mascherine, la battaglia dei ‘grazie’, la ‘lotta’ della sanificazione delle strade. E veramente lo sconforto invade prima la mente, poi tutto il corpo, poi la stanza dove ti trovi e poi le quattro mura nelle quali sei costretta a stare da sola, con la speranza che mentre andavi a lavoro, nei giorni scorsi, non ti sia mai capitato di incontrare quel nemico invisibile che non riusciresti mai a riconoscere.  Non esiste vaccino e non esiste cura per questo virus. Esistiamo solo noi contro lui. E quel ‘noi’ siamo ‘tutti noi insieme’ che rispettando poche, semplici regole aiutiamo medici, infermieri ed oss in prima linea nella gestione dei pazienti in ospedale; non permettiamo a questo virus di viaggiare veloce e senza controllo e soprattutto tendiamo, virtualmente, una mano per aiutarci in questo momento. 

All’ospedale di Sulmona mancano mascherine e protezioni? Raccogliamo insieme i soldi per acquistarne , perché possiamo farlo anche da casa. 

Gli anziani continuano ad uscire per fare la spesa? Non li lasciamo da soli. Chiamiamone al telefono almeno uno di nostra conoscenza e aiutiamolo a fare la spesa online. Diversi supermercati hanno attivato questo servizio, utilizziamolo. 

In molti continuano a recarsi presso le farmacie perché ne hanno bisogno? Informiamoli che la Croce Rossa e il Gruppo Alpini sono a disposizione per questa cose. 

Qui non c’è in ballo il destino di qualcuno ma il destino di tutti e vi prego, dal profondo del cuore, evitate di pubblicare selfie con le mascherine. Non avete idea di quanta gente gravemente malata avete preso a sberle con quel gesto.

Maria

1 Commento su "I selfie e le mascherine. Lettera di una lettrice"

  1. Semplicemente grazie!

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