
C’era il numero legale, finalmente, ma non c’era il controllo analogo: la riunione dei sindaci-soci, ieri, a Cogesa, è stata formalmente del tutto inutile. Lo si è scoperto a riunione iniziata, quando ci si è accorti che la convenzione per il controllo analogo, sottoscritta nel 2014, è scaduta il 31 dicembre 2024. E siccome, alla conta, 25 Comuni su 67 non hanno approvato il nuovo regolamento e quindi il rinnovo della stessa convenzione, di fatto, ad oggi, e chissà fino a quando ancora, la società partecipata non ha un organo di controllo. Un paradosso che solo in una società che viene citata a giudizio senza saperlo, può accadere: un’ennesima doccia fredda piovuta sul futuro della partecipata che, come ribadito ieri nella riunione – divenuta informale – naviga in acque pericolosissime. Tanto più che senza l’organo costituito, ben oltre la reprimenda della Corte dei Conti, non è possibile ad oggi, anche volendo, fare alcun tipo di affidamento in house.
Benzina su un fuoco che già divampa e che sta incenerendo il piano di ristrutturazione del debito, arrivato quasi al giro di boa dell’anno senza aver di fatto adempiuto alle tante azioni omologate dal tribunale.
Anzi: sempre ieri l’amministratore unico Nicola Sposetti ha informato i soci che l’Inps ha notificato un’ingiunzione di pagamento nei confronti della società per quel milione e duecentomila euro di credito di imposta non pagato e che, nel piano degli advisor, doveva rientrare negli sgravi contributivi del decreto Sud. Ora avrà 90 giorni di tempo per opporsi, dopodiché la partita, in un modo o nell’altro, dovrà essere risolta.
Non è l’unica voce del piano che rischia di saltare: i crediti nei confronti dei Comuni valgono ancora 4 milioni di euro. La governance ha annunciato decreti ingiuntivi, ma molti di quei crediti saranno contestati e faranno allungare inevitabilmente i tempi di riscossione. Seppure.
Disarmante anche la questione delle vertenze sindacali alle quali il Cogesa non si è costituito, come denunciato da questo giornale ieri. La società ha detto che ci sono stati problemi di notifica o meglio di recapito interno alla società e che cercherà di inserirsi nei procedimenti in corso, messo che la normativa lo permetta: un’altra partita da 600mila euro che rischia di sparire dalle casse della società.
Non si è parlato, ieri, del divieto di ricapitalizzazione intimato dalla Corte dei Conti, né del piano di investimenti che non è partito e che, senza il Css, riduce i tempi di vita della discarica e aumenta il fondo necessario per la gestione post-mortem.
Questioni che vanno affrontate con la massima urgenza, ma prima bisognerà riattivare l’organo del controllo analogo. Ad oggi, nei fatti, inesistente, oltre che inoperante.
Commenta per primo! "I paradossi di Cogesa: controllo analogo scaduto, riunione non valida. Decreto ingiuntivo dell’Inps"