La definizione ieri, di fatto, di quelli che saranno i candidati a sindaco per le prossime elezioni amministrative di Sulmona, permette di archiviare, almeno, la stagione dell’improvvisazione.
Di quel “nuovo a tutti i costi” che ha caratterizzato, non sempre, anzi poche volte, in bene, l’amministrazione della Cosa pubblica negli ultimi anni e a tutti i livelli.
I quattro candidati in corsa (Elisabetta Bianchi, Gianfranco Di Piero, Andrea Gerosolimo e Vittorio Masci) sono infatti, chi più chi meno, amministratori e politici “navigati”: ex consiglieri e assessori, comunali o regionali, persone che, con diverse gradualità, hanno comunque avuto le mani in pasta, sia nella gestione amministrativa che politica.
Non bisognerà spiegargli, almeno, cos’è una delibera, quali sono le prerogative di un sindaco, le sue funzioni, i suoi compiti, l’importanza di quella fascia tricolore che uno dei quattro andrà ad indossare.
Che poi il problema non è tanto la gestione del quotidiano, quanto quella dello straordinario: perché è nell’inatteso e nell’inaspettato che si valuta e si misura la tempra di un amministratore e soprattutto di un politico.
E in questo la sindaca uscente, Annamaria Casini, piazzata dal nulla come una pedina sullo scranno più alto di palazzo San Francesco nel 2016, è stata un vero disastro.
Sono quattro in particolare i grandi eventi che in questo quinquennio le sono precipitati addosso: vicende che sarebbero state difficili da gestire per chiunque, probabilmente, ma che la sindaca uscente ha subito irrimediabilmente, opponendo spesso soluzioni e rimedi che hanno peggiorato la situazione, travolgendo la sua sindacatura e la città.
In ordine cronologico.
La prima grande rogna la Casini l’ha avuta appena insediata, quando cioè le è scoppiato tra le mani il caso dei furbetti del cartellino. Oltre quaranta dipendenti comunali indagati, un clima incandescente creatosi all’interno di una macchina che certo non brillava per efficienza e che ha acuito il distacco tra la città e il Palazzo. La Casini ha sbagliato qui tutto quello che poteva sbagliare: l’azione disciplinare è stata tardiva e inefficace, la sua maggioranza e la stessa giunta si sono spaccati in fazioni, la gestione del percorso penale, contabile e disciplinare è stato talmente fuori tempo e luogo – tra incarichi esterni, gestioni interne, revoche e documenti “dimenticati” – che alla fine sarà il Comune a dover risarcire le persone coinvolte.
Il secondo gigantesco flop, che pure la Casini aspirava a gestire con grande piglio, è stato il Bimillenario ovidiano: un’occasione unica di rilancio per la città, la sua immagine e la sua attività culturale. Nonostante le proroghe e le leggi, alla fine il Bimillenario quel poco che ha riportato a casa è stato per il lavoro delle scuole e del Polo umanistico in particolare. L’amministrazione comunale si è limitata a spartire i 100mila euro stanziati dalla Regione tra gli adepti del cerchio magico che poi così magico non è stato. Non si è riusciti ad aprire Casa Ovidio (nonostante i soldi in cassa), né a finire in modo adeguato sulla stampa nazionale (se non fosse stato per la mostra organizzata dal Quirinale), tantomeno a lasciare una traccia tangibile dell’evento, né ad attivare flussi di turismo culturale. Persino la legge parlamentare, passata da una pioggia di milioni a 350mila euro, non ha ancora prodotto i suoi effetti dopo quattro anni dalla celebrazione di Ovidio 2017.
Poi c’è stato l’incendio del Morrone: la sindaca in vacanza ha tardato a tornare in patria, nonostante l’intera Valle andasse in cenere. E quando è tornata non è stata in grado di prendere il comando delle operazioni, almeno dal punto di vista politico e istituzionale. Poco presente sul fronte, la sua immagine è stata offuscata oltre che dalla cappa di cenere e fumo, dalle sue colleghe dei paesi limitrofi, a partire dalla sindaca di Pratola Antonella Di Nino e da quella di Prezza Marianna Scoccia. La schizofrenia nella gestione dell’emergenza l’ha portata ad aprire un fronte di polemica anche con i volontari, a cui ha prima vietato, per poi ritirare l’ordine, di contribuire allo spegnimento dell’inferno. Per fortuna alla fine è arrivata la pioggia di settembre.
Infine, ma non certo da ultima, l’emergenza sanitaria e la pandemia. L’immagine che rimarrà impressa alla mente, più delle altre, è probabilmente quella che l’ha vista, insieme alla sua collega Scoccia, presidiare l’ospedale Annunziata con i carabinieri una notte di marzo del 2020 per impedire che l’ospedale venisse “sporcato” dai malati Covid. Una scena incommentabile che ha irritato, a ragione, la Regione che da quel momento ha cominciato a prendere “a schiaffi” Sulmona e la sua sindaca. E’stato il fallimento politico e istituzionale per eccellenza della sua sindacatura, che ha relegato la nostra città nel “libro nero” delle istituzioni e dal quale è iniziato uno scontro materializzatosi in ordinanze sindacali smentite dalle forze dell’ordine e la perdita assoluta del controllo nella gestione dell’emergenza. Così come è stata disastrosa la gestione, nei tempi e nei modi, della seconda ondata, quando cioè con i contagi in ascesa, l’estate scorsa, ignorando le pressioni del consiglio comunale, ha lasciato che il cartellone delle manifestazioni andasse avanti fino all’esplosione incontrollata dei focolai. Un vulnus, quello sanitario, che in realtà ha radici più antiche, da quel giorno in cui, cioè, nel 2016, votò e fece votare il declassamento del presidio ospedaliero di Sulmona: uno scivolone per recuperare il quale (si spera) ci sono voluti cinque anni di battaglie, non ancora concluse.
Questi i “grandi Casini” di questi cinque anni, ai quali potrebbero certo aggiungersene altri: dalla vicenda Snam, alla gestione della logistica scolastica, fino alla ricostruzione. Non sappiamo se il suo successore sarà all’altezza, ma di una cosa si può star certi: Sulmona ha bisogno di tornare ad essere gestita dalla politica.
La data limite di presentazione delle liste si avvicina e fra le annunciate, ritirarate, modificate e potenziali liste risulta ancora assente quella dello showman artistico… si paventerà?
Per quanto riguarda le compiute nefandezze della “scadente” (intesa sia come arrivata a fine mandato che come capacità) amministrazione il “libro dello scandalo” è purtroppo composto da numerosi tomi in continuo aggiornamento.
La città di peggio non può aspettarsi, ma visto il preludio… speriamo bene!!!
A mio parere Addossare le colpe alla Casini e’ riduttivo ….sappiamo tutti da chi è stata Controllata ! O Sulmona cambia passo o sprofonda per sempre!
Giusta e corretta la precisazione, anche se anche i MURI CITTADINI E NON SOLO NE SONO A CONOSCENZA.
È COMUNQUE BENE RICORDARLO AFFINCHE’ LA MEMORIA NON FACCIA “NUOVAMENTE DIFETTO” per tentare di EVITARE UN NUOVO DISASTRO!!!
E’ ormai prossimo l’inizio della campagna elettorale per le elezioni di autunno…Per una città martoriata come la nostra c’e’ da augurarsi che i contendenti non compiano un altro disastro affrontandosi in maniera velenosa e personalistica, ma affrontandosi su programmi chiari e realizzabili ,lasciando spazio al buon senso e a possibili future collaborazioni con la scelta del meglio che sicuramente Sulmona ha fra i propri cittadini..
Finalmente è finita manca poco e ci togliamo dai c……i il nulla assoluto, un disastro totale, il peggio del peggio spero che con lei abbiamo toccato il fondo…..così spero che possiamo solo risalire la china.
Cambierà il suonatore ma la musica sempre quella sarà
Cambia il suonatore ma la musica è sempre quella
Si certo ad ottobre scende qualcuno dall alto e c salva tutti
Si certo ad ottobre scende qualcuno dal cielo e c salva tutti CREDETICI!!!!!!
Venghino signori venghino
…eh già…
bisogna ricordarsele e averle bene in mente le loro facce quando segneremo la scheda elettorale.
Ma non solo le facce…non dobbiamo dimenticarci neanche dei loro scritti e proclami, sempre faziosi…sempre supponenti.
Sta’ arrivando l’autunno e le foglie sugli alberi, ormai seccaginose e sballottate dal vento, cadranno a terra.
Vedere la foto dei festeggiamenti 2016 su riportata e pensare che dopo gli ultimi 5 anni ci sono ancora ben 112 persone pronte a gridare lo slogan
#diventaprotagonista mette i brividi. Ma sicuramente gli stessi saranno mossi da alti sentimenti e valori per riportare l’amata Sulmona agli antichi splendori. Complimenti.
I quattro candidati sindaci hanno tutte le carte in regola per far rinascere la città. Speriamo che saranno aiutati in questo compito da altri consiglieri ed assessori altrettanto validi. Da soli non ce la possono fare.Sono brave persone, validi professionisti ed hanno avuto esperienze amministrative. Auguri.