Il Movimento 5 Stelle alza un polverone di dubbi riguardo la partenza del Giro d’Italia 2023, ospitata per l’occasione dalla cronometro da Fossacesi a Ortona. I pentastellati, per bocca del Capogruppo del M5S Francesco Taglieri, chiedono lumi in merito ai costi che la Regione dovrà sostenere per ospitare la corsa rosa.
“Le modalità della copertura finanziaria non sono chiare – spiega Taglieri -. Il centrodestra decide di stornare delle risorse dal Fondo Sviluppo e Coesione, che ha come scopo la rimozione degli squilibri economici e sociali attraverso la realizzazione di progetti strategici, solitamente di carattere infrastrutturale. Invece la Giunta Marsilio li sottrae a diverse aree di intervento per finanziare il progetto di “un giorno”, che contempla delle alchimie finanziarie che già ci furono bocciate dal Governo ai tempi della legge “cura abruzzo”. Addirittura si fagocitano i fondi per la realizzazione di un ponte ciclopedonale della “ciclovia adriatica” e del progetto “bike to coast”: un intervento strategico che viene barattato per qualche ora di diretta TV. E tutto ciò non basta, poiché rimangono altri 4 milioni, sui 7,2 totali, la cui copertura viene rinviata a ulteriori future e non chiare manovre”.
C’è poi il mistero sulle cifre, praticamente il doppio rispetto a quelle che sosterranno le altre regioni italiane per avere la carovana rosa sulle proprie strade.
“L’Abruzzo per ospitare la “Grande Partenza” del Giro D’Italia 2023 potrebbe pagare quasi il doppio rispetto altre regioni italiane che hanno ospitato il medesimo evento negli scorsi anni – prosegue Taglieri -. Parliamo di oltre 7 milioni di euro per finanziare quello che, sicuramente, è un importante momento di sport, ma sul quale ci sono nebulosità che vanno chiarite il prima possibile. Per questo ho deciso di presentare un’interpellanza in Consiglio regionale. Facendo un confronto con le altre regioni si evince, per esempio, che nel 2021 il Piemonte spese 4, 5 milioni per ospitare la partenza e 4 tappe. La Regione Sicilia, nel 2020, spese 3,8 per la partenza e 3 tappe. L’Abruzzo ne spenderà 6 (più IVA) per la partenza a cronometro, una tappa e un arrivo. Anche il confronto con altre regioni come Emilia-Romagna e Sardegna ci vede spendere il doppio. Ma quello che mi lascia perplesso non è solo il costo. Nelle delibere di Sicilia e Piemonte, infatti, c’è una ampia documentazione circa gli accordi tra società e Regione. Nelle delibere presentate dal centrodestra, al contrario, non è specificato nulla e quindi non è dato sapere cosa di fatto stiamo acquistando”.
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