La trama Sox si infittisce, a parlare è ancora una volta Augusto De Sanctis del Forum H2O che solo pochi giorni fa allertava sulla presenza di materiale radioattivo.
Dichiarazioni dell’ultima ora in cui De Sanctis spiega che dalla documentazione acquisita “è emerso che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso omise di comunicare ai ministeri e all’Ispra l’esistenza di captazioni idropotabili che avrebbero reso incompatibile l’esperimento Sox sulla base dei divieti dell’articolo 94 del Testo Unico dell’Ambiente”.
Uno dei tanti aspetti esaminati dal Forum all’interno dell’operazione trasparenza, dopo un laborioso e lungo accesso agli atti ai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. H2O chiede il fermo dell’esperimento, tante le criticità, tali da portare all’appello “Chiediamo a tutti gli enti coinvolti di ritirare, in auto-tutela, le autorizzazioni all’esperimento Sox ” e di eliminare le 2 mila e 300 tonnellate di sostanze pericolose già presenti in due esperimenti, le mille e 200 tonnellate di trimetilbenzene dell’esperimento Borexino e le mille tonnellate di acqua ragia utilizzate nell’esperimento Lvd.
Analisi deficitarie secondo De Sanctis, imprecisioni rilevanti dell’Infn e una totale assenza dei vincoli, oltre a non dichiarare l’esistenza delle captazioni d’acqua, avrebbero omesso di comunicare che l’area si trova in un Parco Nazionale, “Sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale e che i laboratori del Gran Sasso sono tra i 26 siti abruzzesi classificati come Impianti a rischio rilevante” perché sul piatto della bilancia ci sarebbe il rischio sismico legato alla presenza di tre crateri sul Gran Sasso
Tra i passaggi discutibili, da derubricare a “frasi poco felici” nel documento, H2O segnala un paragrafo che recita “Sebbene poco probabile che un terremoto accada durante il limitato intervallo di tempo necessario” frase alla quale poco tempo dopo sono seguiti i terremoti di Amatrice e Vettore, “le verifiche sulle eventuali conseguenze sono state limitate esclusivamente agli effetti dello scuotimento” e ancora “Quelle connesse alla dislocazione sismica sono state completamente omesse come se, erroneamente, non esistesse questa eventualità (si veda lo “scalino” sulla faglia del Monte Vettore a mero titolo di esempio, che sarebbe ingestibile dal punto di vista ingegneristico). Non sarebbe stato allegato neanche uno schema geologico del Gran Sasso, “una dislocazione -sottolineano – potrebbe causare anche il crollo di grandi quantità di materiali dalle volte sul coperchio del cilindro di tungsteno, danneggiare le vie di soccorso e/o fuga oltre agli impianti di spegnimento degli incendi”. Dal Forum ricordano come il Cerio144 sia contenuto in due contenitori di acciaio, una capsula di dimensioni 14 centimetri (diametro) X14 centimetri sigillata ma che lascia passare una enorme quantità di radiazioni gamma, “come è descritto nelle tabelle depositate dall’Infn”. Serve perciò l’ulteriore cilindro di tungsteno con spessore delle pareti di 19 centimetri che però “non è sigillato” il tappo è tenuto in posizione con un coperchio di acciaio stretto con 20 viti. “Pertanto è apribile”, conditio che comporterebbe più di qualche problema di sicurezza.
È per siti spazzatura come questo che in Italia stiamo tornando alla preistoria; invece di informarvi nel blog del vostro meccanico di fiducia, fatelo per favore in siti attendibili.
P.S.: l’isotopo del cerio che è usato in Sox non emette radiazioni gamma, bensì radiazioni beta le quali vengono agilmente fermate dallo scudo in tungsteno