Il miglioramento per le acque di balneazione in Abruzzo, rallenta. A farlo sapere il Forum H2O che spiega come quel 72% dei 114 tratti in classe “eccellente”sia ancora distanti dal dato italiano del 90% (e Grecia e Croazia sono al 96%). E ancora: il 12% della classe “buono”, il 7% nella classe “sufficiente” e il 9% nella classe peggiore, “scarsa” (era addirittura il 28% nel 2014; il 9% lo scorso anno).
“Situazione sostanzialmente invariata rispetto allo scorso anno, rallenta il miglioramento che si era riscontrato tra il 2016 e il 2017 e permangono le solite 10 criticità che ci pongono distanti dalle regioni migliori” così il Forum H2O commenta la classificazione dei 114 tratti costieri individuati per la balneazione dalla regione Abruzzo alla luce delle analisi degli anni pregressi come prescritto dalle norme comunitarie.
Il 72% della classe migliore (“eccellente”) può sembrare a prima vista soddisfacente ma il confronto con molte altre regioni rimane impietoso, visto che l’Agenzia Europea per l’Ambiente ricorda come in generale in Italia, considerando tutte le regioni, siamo al 90% (quindi ci sono regioni dove la situazione è ancora più rosea) e in Grecia e Croazia il 96%.
Ancora più preoccupante la quantità di tratti in classe “scarsa” che in tutta Italia rappresenta solo l’1,5% mentre in Abruzzo siamo al 9%.
L’invito alle amministrazioni a non rincorrere il singolo dato positivo pensando invece sul lungo periodo, migliorando la classificazione (che si basa sulle analisi degli anni pregressi) con interventi sui depuratori e a comunicare tempestivamente e pro-attivamente con tutti i mezzi a disposizione le informazioni al pubblico su eventuali problemi puntuali durante la stagione. “Infatti bisogna fare ancora tanto per adempiere agli obblighi di comunicazione imposti dalle norme comunitarie, che prevedono cartellonistica capillare sulla classificazione di ogni singolo tratto, possibilmente in più lingue, e comunicazione immediata e ad ampio raggio quando si riscontrano problemi sulla singola analisi”
Le norme comunitarie per le acque “scarse” prevedono in generale la chiusura alla balneazione per l’intera stagione tranne nei casi in cui si prevedono azioni concrete ed efficaci di miglioramento. “Poiché è evidente che, in generale, quelle abruzzesi sono situazioni conclamate, consigliamo fortemente di evitare il ping-pong di dati che fa solo male al turismo per le continue comunicazioni dei divieti che poi devono essere imposti quando arrivano dati negativi del tutto prevedibili”
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