Riparte da un mozzicone di sigaretta l’inchiesta sulla morte di Guido Conti. Un “cicca” trovata a fianco al cadavere dell’ex generale dell’Arma, lì dove il 17 novembre del 2017 venne trovato morto con un colpo di pistola alla tempia. Il procuratore capo del tribunale di Sulmona, Giuseppe Bellelli, ha infatti fissato per il prossimo 16 settembre un esame peritale che chiede al Ris di Roma, il reparto investigazioni scientifiche, di analizzare il reperto e di verificare se quell’ultima sigaretta sia stata fumata da Conti o da qualcun altro.
Guido Conti non era quello che si definisce un fumatore abituale, anche se qualche sigaretta ogni tanto la fumava. Tant’è che nella Smart che utilizzò quella sera per salire sul monte Morrone, venne ritrovato un pacchetto di sigarette. Il Ris dovrà stabilire, tramite un’analisi del Dna, se quella sigaretta venne fumata da Conti e se apparteneva al pacchetto che aveva in auto.
Non solo: la procura ha chiesto di eseguire le analisi del Dna anche sulle tracce di sangue presenti sugli indumenti che Conti indossava quella sera, per verificare cioè se le macchie ematiche presenti siano solo le sue.
Un accertamento tecnico irripetibile, come si chiama in gergo, quello disposto da Bellelli, che sembra voler approfondire l’ipotesi di un omicidio piuttosto che di un suicidio, ovvero se quella sera insieme a lui vi fosse lungo la strada Morronese anche una terza persona, come d’altronde è stato ipotizzato in riferimento alla presenza, mai chiarita, di una Porsche Cayenne bianca in quella zona (chiusa al traffico) e a quell’ora.
L’ipotesi di reato, comunque, formalmente resta quella dell’istigazione al suicidio. In questa direzione si muovono gli interrogatori programmati nelle prossime settimane di alcune persone, tra cui coloro che in un modo o nell’altro ebbero contatti con il generale gli ultimi giorni della sua vita. Compresi, e soprattutto, chi con lui lavorò nel sito petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata, dove Conti si era trasferito da poco per assumere l’incarico di direttore del servizio ambientale per la Total.
Il caso Conti è stato riaperto nel luglio scorso dal giudice per le indagini preliminari Marco Billi a seguito dell’opposizione avanzata dalla famiglia di Conti, rappresentata dall’avvocato Alessandro Margiotta, alla richiesta di archiviazione fatta a novembre scorso dalla stessa procura. Il tribunale ha dato tempo fino al 30 novembre alla procura per approfondire le indagini e per verificare alcuni punti rimasti oscuri.
Un grand’Uomo.
Un super esperto nei temi della protezione e valorizzazione ambientale.
Un carissimo amico.
Confidiamo tutti.
Ciao Guido 💖