La folle corsa in automobile di Gianluca Pagliari termina con gli arresti domiciliari. La misura cautelare è stata disposta questo pomeriggio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale peligno, Giulia Sani, al termine delle indagini effettuate dagli agenti del commissariato di polizia. Pagliari, 43 anni, nella notte tra sabato e domenica ha creato il panico a bordo della sua vettura. Prima sfrecciando a tutta velocità in piazza Garibaldi, dove era posizionato lo street food, e in centro storico. Poi schiantandosi contro lo spartitraffico in via circonvallazione Orientale, allontanandosi dopo l’accaduto.
Raggiunto nella notte in via Pasubio dagli agenti della Polizia Stradale, Pagliari è stato trasferito in ospedale. Gli esami ematici svolti presso il nosocomio sulmonese hanno confermato lo stato di alterazione dell’uomo. Pagliari, infatti, si è messo alla guida con un tasso alcolico superiore sei volte il limite di legge: 3,04 g/l. L’uomo è risultato anche positivo alla cocaina. La Peugeot sulla quale viaggiava, inoltre, è intestata alla madre, in quanto Pagliari non ha mai conseguito la patente di guida. Nella stessa serata, il 43enne avrebbe anche creato scompiglio in piazza Vittorio Veneto.
Gravi gli indizi di colpevolezza, secondo il gip, per aggravare la misura cautelare dell’obbligo di firma, che era scattata lo scorso 17 luglio. In quell’occasione Pagliari aveva dato in escandescenza in un bar in corso Ovidio, scagliandosi contro i poliziotti.
“L’uomo – si legge nell’ordinanza del giudice – si è rilevato assolutamente non in grado di osservare le ordinarie norme di convivenza civile ma anzi ha dimostrato una significativa pericolosità sociale”. In caso di violazione Pagliari finirà in carcere.
Povera Italia. Povera brava gente.
Carcere e lavori forzati.basta buonismo
E se ammazzava qualcuno ….magari qualche bravo ragazzo uscito per un gelato ?
Guidare cosi a mio parere è tentato omicidio ……questa non è solo una semplice sbornia !
La cocaina ha rovinato il mondo …..
Giusto
In galera e basta.
È un pericolo pubblico
Purtroppo ogni caso andrebbe trattato a parte e non generalizzando. Visto che in poco tempo si è reso protagonista di 2 diverse vicende di cronaca probabilmente andrebbe aiutato a capire il disagio e a capire come curarlo. La galera non è quasi mai la soluzione giusta, si entra per problematiche risolvibili e si esce criminali irrisolvibili.
….D’ACCORDISSIMO CON ZAVORRE E CON RUP….PURTROPPO LE NOSTRE CARCERI SONO ANCORA HOTEL A 5 STELLE….CHE SCHIFO….DROGA= MERDAAAAA….RIGORE ASSOLUTO….
Leggere certi commenti in un periodo in cui da più parti, destra e sinistra, si discute di sovraffollamento di condizioni sanitarie pessime fa veramente riflettere. In una cella da 8 anche 26 persone. Alcune in attesa di giudizio quindi formalmente innocenti. E qui si parla di hotel a 5 stelle. Mi raccomando l’estate commettete reati così da poter usufruire di questi hotel di lusso, quasi resort. Affrontare un problema così complesso con questa faciloneria è tipico del webbe dove tutti hanno soluzioni ma non hanno nessuna comprensione del problema che vorrebbero risolvere
Commento sensato e NON dettato da chissà quale, e forse giusto ma non per questo giustificato, risentimento.
Edit. D’accordo con il suo commento.
Non sulla pena dei domiciliari, a quanto letto trattasi di soggetto non in grado di autogestirsi, lasciarlo in famiglia significa solo, demandare a loro il problema.
Se, come scritto, questo soggetto non ragiona, si aspetta che rubi di nuovo un auto e ammazzi qualcuno, prima di mettere in atto misure certe ad impedirlo?
Per carità, rispetto per Caino, ma soprattutto tutela per l’Abele che potrebbe subire l’errata o meglio, mancata, giusta azione di contenimento.
Caro analfabeti….la questione è che il mondo reale è molto lontano da come lo pensano i professori di diritto vestite in giacca con le toppe al gomito di velluto.
Visto che alcuni soggetti non li riusciamo a rieducare con le buone ( girano ciucci vecchi di oltre 40 anni che ancora fanno stronzate) e le loro azioni rischiano di ammazzare o mandare sulla sedia a rotelle qualcuno, se permetti sarebbe corretto ed opportuno cambiare le modalità di trattamento di costoro. La prima volta di perdono, la seconda ti metto alla prova , alla terza di DILATO L’OREFiZIO ANALE e ci colo il piombo fuso. La cocaina a questi sfiagati che non hanno le palle di affrontare la vita sarebbe da iniettargliela nelle vene fino a quando il cuore non glu su soacca, brutti bastrafi merdosi schifosi. BASTA TOSSICI , che possiate morire piano piano sbavando tutta la merda che vi siete pippati. E quei grassoni che vi hanno sfruttato, usurato e inculato possano pure loro cacare samgue amarp, loro e titti i loro figli che no disconoscono la stirpe.
DIO TOGLICI Questa peste puzzolente
non sono i professori a porre la questione ma i legislatori e nello specifico i governanti i patrioti che inventano reato, salvo depenalizzarne altri, e che conoscono bene il problema delle carceri ma a dispetto della propaganda non hanno soluzioni. Sulle pene non deve convincermi. Ci vuole certezza della pena. E qui siamo tutti concordi. Ma questo non vuol dire che un condannato nonnè una persona che merit condizioni umane e sanitarie decenti. E questo vale anche a tutela di chi svolge la funzione di polizia penitenziaria. Non si vuole fare un indulto? Benissimo si faccia un piano di costruzioni carceri. Certo è che così non si può andare avanti. Sulla droga il discorso è corretto nel suo essere scorretto ma molti di quei tossici sono figliol prodigi italiani e spesso neanche che vivono una condizione di disagio o di indigenza. E qui forse un problema di come i genitori li educano dovremmo cominciare a porcelo anche perché per dare il buon esempio ai figli forse bisognerebbe essere dei buoni esempi qua mi pare che il problema sia a monte e non essendo in grado di educare si lascia fare e si difende il proprio figlio a prescindere. In Italia troppo spesso le persone sono forcaiole con gli altri garantiste con amici e parenti. E i risultati si vedono
Dio, avrebbe tanti a cui pensare, anche alle persone che covano così tanto odio. Non si senta migliore di nessuno. E nella vita mai dire mai.
Statt zitt stupdo”