Un atto vandalico che lascia l’associazione Majellando (che è giuridicamente una rete d’imprese) con l’amaro in bocca. A farne le spese una guida che di ritorno da un’escursione nel Bosco di Sant’Antonio a Pescocostanzo ha trovato ieri il vetro della sua auto distrutto. Un episodio che ha lasciato i membri dell’associazione basiti ma tesi a scoprire l’autore o gli autori del gesto, per questo si sono rivolti ai carabinieri e oggi presenteranno formale denuncia contro ignoti.
A raccontare l’accaduto è Marcello Natarelli. Che non punta il dito contro nessuno nello specifico, non per l’atto di vandalismo, ma sottolinea come da tempo ormai si sia creata sui monti abruzzesi una sorta di guerra intestina tra locali e “stranieri”. Una concorrenza, se così si può chiamare, quella tra guide, che avrebbe dato origine ad episodi se non altro poco edificanti, consumati davanti agli occhi spesso sbalorditi dei turisti.
“Noi escludiamo categoricamente che questo episodio sia da ricondurre a quelle persone che difendono un territorio dalle invasioni e che anche in passato hanno esternato esplicitamente il loro malumore. Probabilmente a qualcuno non va a genio che noi riusciamo a lavorare nel bosco?”.
Escludono quelli di Majellando, ma fanno notare come delle tante macchine in sosta a Pescocostanzo sia stata danneggiata proprio e solo la loro.
Resta la querelle, vandalismo a parte: “Le aree turistiche erano delineate e protette da un ‘caporalato locale’ – continua Natarelli – che impediva alle guide esterne di esercitare all’interno di quel territorio”, una sorta di supremazia che è stata rotta dalla dirompente filosofia dell’associazione: “Perché in alcuni casi le guide locali erano dormienti da decenni e non organizzavano escursioni e attività, però si sentivano padroni del territorio”.
Da Majellando incalzano: “Ora il nostro impegno si apre anche nella lotta contro questa ‘criminalità’ (quella che fa atti di vandalismo, ndr) che combatteremo chiedendo il supporto alle forze dell’ordine del posto, a cui ci siamo già rivolti per denunciare l’accaduto, in modo da individuare i vandali di questa azione commessa nei confronti dell’automobile della nostra guida. La prossima volta ci apposteremo tra i cespugli a spiare chi si avvicinerà alle nostre macchine così capiremo chi sono i balordi che hanno questo vizietto e magari avremo anche le prove”.
Una guerra, al di là dei gesti incivili o intimidatori che siamo certi e speriamo non appartengano ai professionisti del turismo, che non fa certo bene all’Abruzzo e al suo proverbiale spirito di accoglienza. A marcare il territorio sono sufficienti gli animali selvatici.
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