Sessanta giorni di tempo alle Asl per adottare un piano attuativo aziendale nel quale dettagliare cosa possono fare loro e cosa invece delegare alle strutture private accreditate. Il fine è quello di ridurre, con cinque obiettivi e ventidue linee di intervento, le liste di attesa che in Abruzzo registrano ancora ritardi impressionanti soprattutto in caso di risonanza magnetica, ecocolordoppler, colonscopia e visite ortopediche, urologiche ed endocrinologhe.
Con il Piano operativo regionale approvato oggi dalla giunta Marsilio, la Regione così ha dichiarato guerra ad un disservizio che oltre che creare grandi disagi e problemi agli utenti, non permette alla Regione di rispettare i livelli minimi di assistenza previsti dal ministero in questo settore.
Non è solo una dichiarazione d’intenti, quella della Regione, ma una battaglia che ha deciso di finanziare con fondi importanti: 2 milioni di euro per l’anno in corso e altri 7,6 milioni di euro per il prossimo triennio, a cui si aggiungeranno ancora 16 milioni di euro da dare alle Asl abruzzesi per il potenziamento dell’organizzazione sanitaria.
Le Aziende dovranno, quindi, prevedere prioritariamente per le prestazioni critiche un piano di recupero dell’efficienza attraverso l’ottimizzazione dei turni di personale e dell’uso dei macchinari, nella modalità di “Ambulatori Aperti” e perseguire l’obiettivo dell’apertura dei servizi diagnostici in maniera continuativa almeno sei giorni a settimana, ottimizzando le risorse professionali sia con un piano di fabbisogno del personale e sia prevedendo l’attività istituzionale aggiuntiva con i dipendenti ospedalieri e con gli specialisti convenzionati, cosiddetti sumaisti, in un’ottica di ampliamento dell’offerta.
Viene prevista anche la possibilità dell’acquisto di prestazioni specialistiche individuate come critiche tramite accordi contrattuali aggiuntivi con gli erogatori privati accreditati, attivando i cosiddetti Percorsi di Tutela per quelle prestazioni che sforano i tempi massimi di attesa, per cui ogni Asl interverrà per i propri pazienti residenti.
Il direttore generale, che rischia la decadenza in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi in materia di liste di attesa, è inoltre obbligato ad identificare un responsabile unico aziendale che avrà funzioni di coordinamento e vigilanza.
Le aziende sanitarie, sono inoltre obbligate a disporre di un Registro unico in forma cartacea o informatica, dove sono fissati i tempi di accesso al ricovero ospedaliero e agli eventuali interventi chirurgici secondo il livello di gravità del paziente.
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