Colpo di scena in casa Figc, fumata nera dall’hotel di Fiumicino. Gabriele Gravina, dato per favorito, non riesce a strappare la vittoria, né lui né gli altri candidati. Nessuno raggiunge il quorum del 50 per cento più uno e si va verso la via del Commissariamento.
Lo scontro divenuto a due, dopo lo stop di Tommasi votato dai calciatori che resta fuori però al terzo turno, tra il sulmonese presidente Lega Pro e Cosimo Sibilia presidente Dilettanti porta, dopo 3 votazioni, un nulla di fatto.
Il quarto scrutinio resta immacolato per la quantità di schede bianche, quelle di calciatori e dilettanti.
Gravina, l’uomo del fair play e della riforma del calcio giocato e dirigenziale, proiettato alla sostenibilità e a uno sport fatto di lealtà e cuore, resta ad un passo dalla presidenza della Figc, il sulmonese, presidente della Lega Pro infatti, incassa solo il 39,06 per cento dei voti contro il 59,09 per cento delle schede bianche.
Si arresta dunque la sua elezione, seppur, negli ultimi giorni, il nome di Gravina suscitasse molte speranze, nel suo programma, una modifica dello statuto federale con la riforma dei campionati, la riduzione del mondo professionistico a 40 società, 20 per serie A e 20 per serie B e 60 lega pro, semi professionisti. Un progetto che teso una dimensione etica, sociale ed identitaria e con lo sguardo agli Europei 2028.
Per il calcio italiano ora toccherà attendere la decisione del Coni, convocata per il prossimo giovedì la giunta per nominare il futuro commissario.
A.S.
L’ing.Gravina di calcio giocato se ne intende ed è uno che desidera una vera riforma del sistema,che attualmente fa acqua da tutte le parti. Ha anche una notevole esperienza sul campo, avendo seguito le squadre della nazionale per anni,specie la under21. Inoltre nel suo palmares, annovera una grande impresa: quella di avere portato in serie B,un minuscolo paese abruzzese,Castel Di Sangro,anche se centro di tutto rispetto ,ma con soli 6667 abitanti. Impresa ciclopica. La quarta votazione la dice lunga. Ritiratosi Tommasi, il terzo ed inutile incomodo, sono rimasti solo i votanti di Gravina. Quelli di Tommasi e Sibilla si sono astenuti. Forse il commissariamento era già deciso e pertanto era deciso il ruolo di commissario di tal Giovanni Malagò, già presidente del Coni. Asso pigliatutto ,insomma. Con queste premesse si tenta di ricostruire l’immagine del calcio italiano ed in particolare della nazionale maggiore,dopo la figuraccia che l’ha condotta all’eliminazione dai mondiali? Cosa potrebbe riformare Malagò? Forse il calcio a 5. Chiamerà un altro CT insignificante? Cambiare affinché nulla cambi. C’è troppo interesse nel calcio ,ormai, per poterlo riformare. Girano milioni a profusione,come fossero bruscolini.