Le sorti del traforo del Gran Sasso con la minacciata chiusura da parte della Strada dei Parchi a partire dal prossimo 19 maggio del tratto dell’A24, si decideranno oggi in un summit tra le parti che si terrà al ministero. Ma l’allarme sembra al momento essere superato, perché la “provocazione” di Toto ha sortito l’effetto di convogliare sulla questione quello che viene definito uno “stress mediatico” che, lamentano i sindaci di Teramo e L’Aquila, non sta facendo bene all’immagine della regione.
Oggi all’incontro il presidente Marco Marsilio andrà per chiedere la nomina di un commissario, la definizione di un progetto a breve e lungo termine, i soldi, soprattutto, con una dotazione di almeno 172 milioni di euro e la possibilità di andare in deroga all’art 94 che stabilisce l’incompatibilità della presenza di infrastrutture potenzialmente inquinanti, come lo sono i laboratori del Gran Sasso e l’autostrada, ad una distanza di meno di 200 metri dalla falda acquifera.
Passaggio quest’ultimo che, insieme all’indicazione del commissario nella persona del presidente Marsilio, ha diviso oggi il consiglio regionale, convocato in seduta straordinaria su richiesta del centrosinistra.
Giovanni Legnini aveva infatti chiesto che la legge ambientale venisse comunque rispettata, senza possibilità di deroghe, cosa che, secondo il centrodestra, renderebbe complicata la soluzione della vicenda, perché insomma non è possibile spostare i laboratori e l’autostrada, tanto meno la falda acquifera.
Una soluzione comunque va trovata, per evitare la chiusura dell’autostrada e per salvaguardare infrastrutture e laboratori e su questo sembrano essere tutti d’accordo.
Anche perché la magistratura ha già fatto gran parte del suo corso, con gli avvisi di garanzia notificati e l’inchiesta che ha spinto Strada dei Parchi a chiedere di essere mallevata dalle responsabilità.
In ballo c’è d’altronde la salute di 700mila abruzzesi che da un eventuale inquinamento, come avvenne nel 2002 e in misura minore nel 2017, della falda potrebbero avere conseguenze pesanti.
L’autostrada insomma resterà verosimilmente aperta, come la questione dell’acquifero del Gran Sasso che ci vorranno anni e soldi per risolvere.
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