La prima seduta si terrà la prossima settimana: la giunta comunale di Sulmona è il primo organo istituzionale di Sulmona a riunirsi in remoto. Il secondo in assoluto in Valle Peligna, in verità, perchè lunedì prossimo sarà il controllo analogo del Cogesa a connettersi a distanza. I cinque componenti dell’esecutivo più la sindaca Annamaria Casini, oltre al segretario, si incontreranno via Skype dalle loro abitazioni per cercare di portare avanti l’agenda amministrativa o almeno a cercare di ricucire un filo di Arianna che, in realtà, si era ingarbugliato anche prima dell’emergenza Coronavirus. E d’altronde, essendo la giunta composta da un assessore residente a Pratola, ci sarebbe voluta un’autocertificazione ben motivata per raggiungere palazzo San Francesco.
I tempi di rientro alla normalità, oltretutto, non sono né certi, né definiti, e così opportunamente la giunta ha deciso di attrezzarsi, anche per avviare, almeno avviare, un po’ di condivisione sui provvedimenti da adottare sia per l’emergenza, sia per la normale attività amministrativa.
Più lunghi, invece, sembrano essere i tempi per la convocazione di un consiglio comunale online. La Satic, la cooperativa che si occupa del servizio informatico, ha in realtà già avanzato una proposta per l’utilizzo della piattaforma GoToMeeting che, rispetto a Skype, garantisce la possibilità di connessione di più persone (fino a 250) contemporaneamente. Ma bisognerà prima verificare le modalità di attuazione per il rispetto del regolamento del funzionamento del consiglio comunale che è molto più complesso del funzionamento dei lavori della giunta.
In sospeso c’è al momento un consiglio sul Bimillenario di Ovidio che, oggettivamente, può aspettare; ma presto bisognerà (nonostante le possibili e probabili proroghe delle scadenze) affrontare il tema del bilancio di previsione. “Documento in gran parte già pronto” assicura l’assessore Stefano Mariani, a differenza del piano triennale delle opere pubbliche che è tutto da riformulare, anche visti gli ultimi imprevisti blocchi.
A Palazzo, intanto, è partito anche lo smart working: ad oggi sono in 22 a lavorare da casa, con l’obbligo di recarsi in ufficio almeno una volta a settimana. Ma nei prossimi giorni le postazioni da remoto potrebbero arrivare a 30, mentre chi aveva ferie arretrate è stato costretto a prendersele. Per cui oggi il traffico in via Mazara è molto ridotto.
L’affaccio in ufficio è però necessario per le firme digitali (ovvero per i dirigenti) perché il sistema non permette l’autenticazione da remoto.
Il Coronavirus sta cambiando insomma le nostre abitudini quotidiane e il nostro stile di vita, inevitabile che cambi anche i metodi di rapportarsi nel Palazzo.
che schifo