Tutti alla lizza, finalmente. Perché mai come quest’anno è meglio lasciar parlare il campo di gara in piazza Garibaldi, già piazza Maggiore. Tra lotte intestine, gaffe in Senato, la corona della regina negata a Eva Grimaldi e un campo di gara allestito non proprio con scrupolo, è preferibile dare spazio alle gare di sabato e domenica. Alla rincorsa al Sestiere di Porta Manaresca, che per la prima volta dal 1995 guarda tutti dall’alto verso il basso in solitaria, forte dell’ottavo palio conquistato dodici mesi fa da Lorenzo Melosso. Spazio che meriterebbe anche Borgo Pacentrano, che a Siena sarebbe chiamato “nonna”, con l’unico titolo vinto nel 1999. Secondo palio sfumato per una botta e un battito di ciglia, lo scorso anno. E’ la sintesi della Giostra: gaudio e strazio in una manciata di secondi che segnano gli anni. Quello passato a costruire e quello da dover affrontare per tornare a seminare.
Ieri la parola è passata ai capitani dei sette borghi e sestieri, che sul plateatico di piazza Garibaldi hanno pronunciato il bando di sfida. A scortarli armigeri, gruppi tecnici e i cavalieri che correranno sulla lemniscata sulmonese. Una notte di mezza estate minacciata dai nuvoloni provenienti dal Sirente e squarciata da cori e colori dei tifosi che hanno accompagnato il corteo prima di riempire gli spalti. Il cosiddetto popolo della Giostra che ruba la scena. La cartolina migliore da presentare per spirito di attaccamento, che con fumogeni e striscioni ha cancellato tutto ciò che ha preceduto la XXVIII edizione della corsa all’anello ovidiana.
Perché oltre l’acquedotto svevo se ne sono viste di cotte e di crude nelle ultime settimane. A testimonianza che l’addio al commissariamento lo scorso inverno sia servito a poco, neanche a cambiare nomi e volti alla guida dell’associazione. Il primo, grave, svarione sulla corona della regina Giovanna d’Aragona, che sarebbe stata negata a Eva Grimaldi, in quanto sposata con una donna. Accuse lanciate dall’ex agente, Cristian Milone, qualche giorno prima che il diadema venisse posato ufficialmente sul capo di Adriana Volpe. Accuse respinte da Luisa Taglieri, che ha spiegato come l’individuazione di Adriana Volpe sia stata dettata solo da esigenze artistiche. Anche perché a livello pubblicitario il volto di Mezzogiorno in famiglia non è che si stia dannando sui social. Zero post sul proprio profilo Instagram inerenti la Giostra. Appena due stories (ri)condivise ieri, in quanto taggata dalla pagina Sulmonapost.
Non è andata meglio, a livello di promozione, alla consigliera regionale Maria Assunta Rossi. Ieri la tanto voluta conferenza di presentazione dell’evento, in Senato, nella Sala Caduti di Nassirya. Poi lo svarione, con le date sbagliate (26 e 27 luglio) nell’invito finale per assistere alla rievocazione storica. Un lapsus in diretta sulla web Tv del Senato; inaspettato vista l’insistenza della stessa Rossi nel volere la conferenza stampa alla presenza del senatore Guido Liris.
Anche la stessa associazione Giostra sulle date fa parecchia confusione. Il sito ufficiale riporta come data della prima Giostra moderna il 27 luglio 1995. Un giovedì, contro il tradizionale ultimo fine settimana di luglio. A smentire l’esordio è il bollettino della prima edizione della corsa all’anello, ossia il 29 e 30 luglio 1995. Un sabato e una domenica, appunto. Quando il campo di gara era circondato dalle sedie di plastica e non dalle tribune in ferro, vigilate da un paio di sere dalla sicurezza. Una misura necessaria, scaturita, probabilmente, dalla segnalazione arrivata alle alte sfere di adulti e bambini che di notte si sarebbero intrufolati nel campo di gara; con qualche minore salito anche sui mezzi di movimento terra, lasciati incustoditi prima del termine dei lavori.
Un clima non proprio mite, surriscaldato dalle ultime vicende che infuocano il sestiere di Porta Japasseri. Tesseramenti annullati, una querela e l’espulsione del candidato sfidante dell’attuale capitano, Antonio Cinque. Il vertice del sestiere rossonero non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’argomento. I più maliziosi vedono strane trame in quelle cinquantanove tessere respinte dal consiglio direttivo. Chi, invece, vuole solo godersi la corsa non attende altro che la chiamata alla lizza da parte del Mastrogiurato. L’unico che mette a tacere schiamazzi e sproloqui. Il fiato dei cavalli sull’otto già da oggi e domani per le prove e poi la gara, la sfida. Che passa dalle parole ai fatti: botte, punti e tempo. I soli a rimettere ordine nel disordine.
Commenta per primo! "Giostra, il fiato dei cavalli"