Dal fondoschiena della Marini all’aureola della Madonna, quella che scappa in piazza, preziosa e cara ai sulmonesi. Non c’è il due senza il tre, la seconda senza la terza “cappellata” (per usare un termine che anche gli strateghi del marketing della Giostra possano intendere). E così che, dopo il finto Dalì e il volgare manifesto della Valeriona nazionale in salsa Erotika tour, l’altro giorno al taglio del nastro della mostra Caricartoons della Giostra Cavalleresca nei locali, non proprio affollati, della Rotonda di San Francesco, una nuova perla si è aggiunta alla comunicazione dell’edizione ventiquattro.
Questa volta ad essere usata per la promozione (e che promozione) della manifestazione in costume, è stata la Vergine Maria, non una qualsiasi, ma quella che ogni domenica di Pasqua migliaia di sulmonesi e non attendono all’uscita della chiesa di San Filippo.
La Madonna che scappa, insomma, sulla cui testa in uno dei disegni, che gli organizzatori chiamano caricature, a metà tra satira e autocelebrazione, svetta un anello a mo’ di aureola implacabilmente infilzato dalla lancia di un cavaliere.
Che ridere, che satira.
Il tentativo un po’ goffo, un po’ ruffiano e per alcuni un po’ blasfemo, è o dovrebbe essere quello di legare le due manifestazioni che in comune, in verità, hanno solo la piazza nella quale si svolgono, perché per prestigio, risonanza e forza empatica, non sono neanche lontanamente assimilabili.
Ma così gli è venuta a tal Marco D’Agostino, vignettista pescarese che, fatta salva la sua fama e la sua bravura, deve aver sintetizzato così l’immagine del committente pagante (e che anzi di caricature dice di volerne commissionare tremila) con quella ben più famosa e amata della piazza e della città di Sulmona: la Madonna che scappa appunto.
L’opera è stata segnalata anche al vescovo Michele Fusco, ma tanto a quelli della Giostra, anzi al suo direttivo, cosa vuoi che gli importi: la diffida fatta dall’assessore alla Cultura affinché venisse ritirato il manifesto offensivo e sessita con Valeria Marini, ad esempio, è stata beatamente ignorata. Anziché ritirarli e accapparli, anzi, dall’alto della loro arroganza, quelli della Giostra ne hanno commissionati di nuovi e in formato 2 per 3, affissi proprio all’uscita del casello autostradale. Il benvenuto alla città pacchiana.
In questo caso, rispetto all’affaire Marini, di diverso c’è l’iniziativa che già in partenza da il format dell’evento è qui mi sento più permissivo e accomodante.
Nello specifico non vi vedo alcuna caricatura che vada ad offendere la Pasqua sulmonese. Un tentativo come altri di unire i due eventi… certamente incompatibili tra loro.
Invece, per il mega manifesto restano i commenti già detti.
Statuto associazione culturale giostra cavalleresca di Sulmona:
https://bit.ly/2JNLCFV
Art.2 e dall’art. 30 al 34…
Ne consiglio la rilettura alle commissioni e verificarne l’attinenza del contenuto con quanto svolto.
Questo è
A chi gliene può importare dei messaggi che la cultura profonda e antica di questa città esprimono
Sono questi i tempi che viviamo: miserabili e poveri.
I risultati? Negli ultimi cinque anni mille residenti in meno. Che nessuno si lamenti.
C’è chi si diverte, anche con i pochi soldi pubblici.
con la “cultura” si ricevono tanti denari pubblici,soprattutto contributi/benefici economici ,che permettono alla” famiglia “di realizzare l’evento…divertendosi,loro, gli aventi ruolo,nulla per la maggioranza dei Contribuenti,quelli che finanziano le attivita’,gli spot pubblicitari,meglio la visibilita’ degli incaricati…che illegalmente non pubblicano i bilanci..la trasparenza,tracciabilita’,i giustificativi,rendiconto per quanto ricevuto/
amministrato..art 36,37..altro che risultati eccezionali,forse fallimentari,ed in violazioni delle disposizioni,documenti tenuti rigorosamente segreti,come fossero vincolati da segreto di stato,possibile che tutti fanno finta di niente,si voltano dall’altra parte..mentre non si sono denari per nessuno,iniziando dai mancati servizi pubblici essenziali….