Non ci saranno manifestazioni, né in piazza né in palazzo, per celebrare la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Un vuoto da riempire per Sulmona, soprattutto in considerazione dell’ordine del giorno, sottoscritto da tutti i consiglieri comunali nel 2022, e recepito dal Sindaco, per la lotta all’infiltrazione mafiosa.
Un atto che impegnava l’amministrazione a dare priorità, nell’impiego della Polizia Municipale, anche ad attività di monitoraggio del territorio e delle attività economiche, in supporto alle altre Forze dell’Ordine, previa specifica attività di formazione. E poi una serie di elenchi di trasparenza: dalle società partecipate ai fornitori di contratti e consulenze, fino ad arrivare ai nominativi delle aziende con sede legale nel territorio comunale di Sulmona, passando per l’intitolazione di una piazza a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ordine del giorno rispolverato da Teresa Nannarone, che quell’atto l’aveva presentato in aula consiliare ai tempi della sua collocazione tra le fila della maggioranza. Quelle della consigliera comunale sono parole di profonda amarezza: “A quel protocollo per la tutela del territorio contro le infiltrazioni della criminalità organizzata avevo lavorato tanto: con l’ex pm antimafia Franco Roberti, con Nicola Morra e Giuseppe Antoci. Era un salto di qualità in termini di prevenzione e consapevolezza. Avevo persino strappato la promessa a Nino Di Matteo di venire a Sulmona, ma per dirgli cosa? Che noi la battaglia contro le mafie l’abbiamo secretata nei cassetti di Palazzo San Francesco? Perché è risultato complesso applicare tutti gli otto punti del protocollo? Forse, ma esistono cose semplici quando si parla di mafie? Due punti però erano facili, facilissimi e a costo zero: celebrare con iniziative pubbliche la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” e intitolare, nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, una piazza, una strada, una scuola della nostra città a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
“E invece nulla – prosegue -, nulla, nulla di nulla è stato fatto nonostante i solleciti: le strade si sono intitolate, ma a Falcone e Borsellino no. E le giornate si tenta di celebrarle alla meno peggio, ma quelle in ricordo delle vittime delle mafie no. “La mafia uccide, il silenzio pure” diceva Impastato. Già, Impastato.
E dalla città di Ovidio, di Capograssi, del silenzio e dell’omertà, è tutto”.
Nannarone invece di pensare ai siciliani pensate a sulmona che stiamo per morire di fame!
Appunto, contro le mafie si può fare un esorcismo, lanciare una fattura, una maledizione etc.
Vabbè, allora anche un malefizio, una jettatura, d’altronde se in Italia , nell’ era della telematica sono ancora in vigore leggi contro la mafia, nell’Africa sub sahariana nella Papua Nuova Guinea, in Arabia Saudita e nel Camerun sono tutt’oggi in vigore leggi contro l’arte magica.
Ascoltare le “verità scomode” raccontate da ex-magistrati antimafia, aiuta a comprendere meglio la realtà e non la narrazione, di questo paese al contrario.
Paese ovviamente inteso come nazione.