Gremita la chiesa di Santa Maria Maggiore a Raiano per l’ultimo saluto all’uomo della poesia, della critica letteraria, dell’arte, Ottaviano Giannangeli.
Oggi le esequie dello scrittore, penna e voce tra le più profonde e stimate del secondo 900, intellettuale di caratura.
A ricordarlo, oltre ai numerosi cittadini peligni, esponenti del panorama culturale abruzzese, un’eco nazionale quella che piange l’uomo, l’artista, il professore, musicista, scultore, raianese morto a 94 anni tra la sua gente. Il suo legame con Montale, la sua forza poetica intrisa dell’appartenenza alle radici, gli studi di dialettologia, l’università.
“Giannangeli e la sua grandezza, Raiano perde un riferimento, un genio, una sensibilità intellettuale senza eguali – fa sapere il sindaco Moca, commosso nel suo saluto al poeta – ci sentiamo orfani della persona e del personaggio che parlava con tutti di qualsiasi argomento, voce originale della cultura abruzzese, italiana”. Un uomo che non ha mai fatto sfoggio o teatro di noziosismo avvicinando sempre il proprio linguaggio a quello degli intelocutori, condividendo pensieri, riflessioni.
Moca ricorda la forte appartenenza dell’artista, l’espressione del folklore, delle radici, alla sua Raiano che ha celebrato nei suoi scritti, orgoglioso di averlo fatto, il pensiero del sindaco va poi alla Sagra delle ciliegie che ha visto l’intellettuale peligno tra i fondatori,” il prossimo 3 giugno alle 17,30 mancherà l’intervento del professore Giannangeli, sarà difficile per noi colmare l’assenza, resta la forza delle sue opere, un patrimonio unico”.
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