“Adesso basta” sbotta il sindaco di Pescocostanzo Roberto Sciullo: “Non se ne può più, sentirsi additati come coloro che non vogliono la crescita della società pubblica, che vogliono mettere i bastoni fra le ruote, che sono contro le assunzioni. Chi amministra il Cogesa deve tenere a mente che opera con i soldi pubblici e che, per questo, deve avere molta più attenzione e rispetto delle regole e soprattutto dei soci che siamo tutti noi cittadini, rispetto a chi opera nel privato”.
La tempesta giudiziaria, costata finora due avvisi di garanzia (di cui uno all’assessore Stefano Mariani), che sembra essere solo iniziata sulla gestione del Cogesa è destinata a far sentire i suoi effetti, innanzitutto a livello politico perché, poi, tutto dalla politica parte.
La decisione di sospendere i bandi di concorso per novanta giorni presa l’altro giorno dall’amministratore unico Vincenzo Margiotta, suona al sindaco Sciullo come una presa in giro: “Al di là dalle questioni giudiziarie del presunto falso verbale – spiega Sciullo – tutta questa vicenda sembra un film di fantascienza. Noi come sindaci avevamo chiesto ad ottobre di sospendere quei bandi, perché a ridosso delle elezioni regionali non era proprio il caso di farli. L’amministratore unico è andato comunque avanti, nonostante le nostre richieste e le nostre insistenze, nonostante l’esposto e nonostante la gestione di una società pubblica dovrebbe essere basata sulla condivisione più ampia possibile con i soci e non sui rapporti di forze e i decimali di maggioranza. Non si sa quanto erano urgenti quei concorsi ed ora, a sei mesi dal bando, non c’è ancora una graduatoria pronta e addirittura si sospendono per altri tre mesi”.
Margiotta ha detto infatti “per rispetto della magistratura” di voler attendere l’esito delle indagini prima di riaprire le selezioni, anche se poi verso un’altra magistratura, quella amministrativa del Consiglio di Stato che due anni fa quasi sentenziò l’illegittimità dell’affidamento in house fatto dal Comune di Sulmona, tutti questi scrupoli non vi furono. Anzi, non senza baldanza Margiotta andò avanti nella gestione, senza che nel frattempo il Comune abbia deliberato un nuovo affidamento per sanare l’illegittimità.
“Amministrare una società pubblica richiede sobrietà e capacità di ascolto – conclude Sciullo – trasparenza e collaborazione. Come quando abbiamo fatto delle osservazioni sul bilancio per il bene della società, riguardanti l’esorbitante spesa (7 milioni di euro circa, ndr) per il noleggio full rent dei mezzi, accolte in parte anche dai Revisori dei conti; osservazioni che non sono state minimamente prese in considerazione facendo leva sul rapporto di forza”.
Speriamo che la magistratura vada fino in fondo sulla storia di queste partecipate.
Grande Sciullo, tutta la mia stima.
bene,normali,buoni rappresentanti del Popolo sanno perfettamente cosa fare,soprattutto quando l’indicato amministratore di una qualsiasi societa’/bene di proprieta’dei Contribuenti non gestisce nell’interesse e per i ritorni/benefici economici dei soci,nel rispetto delle Leggi:come un buon padre di famiglia…..
Dunque chiedere alle Autorita’ di controllo(Ragioneria generale dello Stato,Corte dei Conti,volendo quella Europea,Ministeri competenti,Anac,Procura della Repubblica) e’ un dovere,un preciso obbligo,nel rispetto del mandato ricevuto…ed anche per le 5 categorie di Leonardo,sicuramente,il Sig. Sciullo, non e’ un quaquaraqua’, o no?
A casa, dimissioni immediate e sequestro dei beni
Questi sindaci mi sanno di magnoni altro ke ha capito tutto…..per una volta che c’è qualcuno che non gli permette di fare i comodi loro e allora addirittura contro un concorso che farebbe mangiare qualche disoccupato….e poi mi fate ride quando nominate gerosolimo…quell’uomo se é arrivato cosi in alto non é per opera dello spirito santo probabilmente lo volevano anche quei sindaci che ora si lamentano…ben venga che ci sia qualcuno che li fa tremare!
anto ma hai sbattuto la testa? ma come puoi esser così servile e senza un briciolo di dignità? w i sindaci dissidenti.