Come prevedibile i due pesi e due misure di Marsilio sulle opere pubbliche in Abruzzo e in particolare la presa di posizioni, diametralmente opposte, sul consenso-dissenso al gasdotto Snam e alla ferrovia Roma-Pescara, ha scatenato polemiche e dure reazioni nei comitati No Hub del Gas, che parlano del presidente come “Dottor Jekill e mister Hyde”.
“Marsilio è consapevole delle criticità di un progetto che coinvolge in pieno aree importanti della Regione e sa, quindi, che il dovere di un Presidente è quello di tutelare i diritti e i legittimi interessi del territorio. Perché, allora – chiedono i comitati -, sul metanodotto adotta un comportamento del tutto opposto? Eppure parliamo di una infrastruttura che attraversa la regione Abruzzo per oltre 100 chilometri e che, se sarà realizzata, avrà un enorme impatto sull’ambiente, sull’assetto territoriale, sull’economia e sulla sicurezza dei cittadini certamente non inferiore a quello della ferrovia”.
Insomma l’attraversamento della ferrovia è un fatto politico su cui la Regione è pronta a mettersi di traverso, il gasdotto è invece questione tecnica, su cui la Regione nulla può, come dichiarato dieci giorni fa alla Presidenza del consiglio dei ministri.
“Gli abitanti delle aree attraversate dal metanodotto sono forse cittadini di serie b – concludono i comitati – e quindi con minori diritti, anzi senza diritti?”.
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