La casella è vuota da sei anni, sei anni di annunci, trattative, mediazioni, studiate assenze. Sei anni per un dovere che non è mai stato adempiuto. Perché in Abruzzo, nonostante sia istituito per legge, un garante dei detenuti non è mai stato nominato.
Il consiglio regionale continua a trascinarsi l’ordine del giorno in ogni seduta e ad ogni seduta un rinvio o bene che va una votazione a vuoto. Perché la maggioranza relativa non basta, servono i due terzi dell’assemblea per eleggerlo e l’assemblea non si è mai trovata d’accordo.
A far saltare l’ipotesi di qualsiasi accordo era stato il presidente Luciano D’Alfonso che, nel corso di un consiglio, agli albori del mandato, propose il nome di Rita Bernardini senza però condividerlo con l’opposizione. Un affronto, o una scusa, per bruciare una candidatura prestigiosa e impegnata, su cui i 5Stelle però hanno avuto sempre qualcosa da ridire (perché condannata per detenzione di marijuana nel corso di una manifestazione dei Radicali per la liberalizzazione) e il centrodestra mal di pancia sotto giacca.
Ma la figura del garante dei detenuti non è solo un fatto di legge, non è solo una questione di civiltà, non è solo una questione di rispetto per le istituzioni. Lo spiega in una lettera aperta inviata ai rappresentanti che occupano, lautamente compensati, gli scranni dell’Emiciclo, il segretario generale territoriale della Uil penitenziari, Mauro Nardella: “Chi ci rimette a mio modesto e personale parere è anche e soprattutto il benessere di colleghi troppo spesso oggetto di aggressioni, invettive, insulti e costretti a vivere in strutture spesso fatiscenti e per nulla rispondenti ai criteri di umanizzazione – scrive Nardella – far lavorare insieme garante ed organizzazioni sindacali non solo risolleverebbe le sorti di un sistema oramai ridotto ad un autentico colabrodo ma aiuterebbe quell’opera di rilancio del diritto umano, sia esso rivolto ai detenuti che agenti, troppo spesso calpestato”.
La nomina scomoda, che potrebbe dare fastidio, probabilmente è sempre meno impellente del finanziamento alla sagra di turno: su quello gli accordi si trovano sempre.
Mauro parli come un democristiano vecchia maniera