Gara deserta per i bus, Sulmona resta a piedi

Resta a piedi il servizio del trasporto pubblico urbano: l’annuncio di due nuovi e fiammanti minibus che avrebbero dovuto rinnovare almeno in parte il “museo” del parco macchine del Comune, infatti, non ci sono. O almeno nessuno li ha voluti vendere al Comune di Sulmona dove, l’altro giorno, si è chiusa con un nulla di fatto la gara aperta di tipo europeo espletata dalla Centrale di committenza Sulmona-Pettorano.
Nessuna offerta, insomma, sulle scrivanie di palazzo San Francesco, nonostante l’appalto non fosse proprio irrisorio: 366mila euro in tutto, che dovevano servire all’acquisto di due minibus a metano, con almeno otto posti a sedere e trentacinque in piedi.
Un caso inspiegabile secondo gli stessi uffici, che temono che a scoraggiare i fornitori possano essere stati i tempi troppo lenti della burocrazia nel pagamento delle fatture.
Una scusa un po’ difficile da sostenere e che comunque non cambia il risultato finale: Sulmona resta a piedi, o meglio con i suoi autobus vecchi decenni, malandati e insicuri, ad eccezione del minibus elettrico che, però, dopo quasi dieci anni dall’acquisto segna ancora zero chilometri perchè non suffientemente potente da trasportare gli utenti lungo le strade della città.
Visti i risultati della gara, ora si dovrà vedere se si potrà procedere con una trattativa privata, considerando che anche il tentativo di acquisto fatto sul mercato del Mepa e della Consip non è stato fruttuoso. Il timore è anche quello, però, di perdere il finanziamento, perché i 300mila euro sono stati messi a disposizione da un contributo regionale per non perdere il quale l’allora assessore Alessandra Vella aveva accelerato i tempi della gara.
Intanto il nuovo assessore ai Trasporti, Antonio Angelone, pensa a soluzioni alternative: “Sto valutando l’ipotesi di esternalizzazione del servizio – spiega – perché la gestione di questo settore è diventata problematica per il Comune”.
Come denunciato dal Germe, infatti, la situazione del servizio trasporti è a dir poco al collasso e nel deposito del nucleo industriale vige l’assoluta anarchia, con gli autisti che si autogestiscono, il capannone sfondato e pericolante, i mezzi che è un miracolo se si accendono la mattina.

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