Furbetti, provvedimenti tardivi. Al via i ricorsi

La questione è tutta basata sulle date e su queste, troppo oltre secondo le difese, si deciderà il destino lavorativo dei furbetti del cartellino, almeno di quelli che decideranno di presentare ricorso al giudice del Lavoro dopo i provvedimenti disciplinari presi martedì scorso dal segretario comunale nella sua veste di organo monocratico dell’Upd (ufficio provvedimenti disciplinari).
Tra questi c’è sicuramente Stefano Pezzella, l’usciere di palazzo San Francesco, unico ad essere stato licenziato a seguito delle contestazioni mosse.
“Il provvedimento è senza ombra di dubbio tardivo – spiega il suo avvocato, Alberto Paolini – un’eccezione che avevamo già avanzato alla segretaria comunale durante le memorie difensive. Per questo la prossima settimana o al più tardi prima di Pasqua presenteremo ricorso al giudice del Lavoro per far annullare il provvedimento disciplinare”. Per la difesa di Pezzella non è una questione solo di principio, seppure l’usciere sia comunque a tre mesi dal pensionamento: il giudizio disciplinare, infatti, assume un valore importante in fase di difesa davanti alla Corte dei Conti, soprattutto, ma anche in sede penale, dove Pezzella, insieme ad altre otto persone, dovrà rispondere a settembre davanti al gup delle accuse di truffa e falso.
Dal canto suo nella sentenza disciplinare emessa il segretario Nunzia Buccilli ha preventivamente contestato l’ipotesi della tardività, sostenendo che l’azione disciplinare deve far data dalla comunicazione formale dell’inchiesta penale, avvenuta solo a novembre scorso. E anzi, sostiene la Buccilli, l’elenco delle archiviazioni è stato prodotto solo a febbraio.
Su questo “equivoco” si baserà verosimilmente tutta la discussione davanti al giudice, perché dal canto loro le difese degli imputati-ricorrenti sosterranno che il Comune, al contrario, sapeva bene, benissimo, delle accuse mosse e nei confronti di chi. Lo sapeva almeno dal maggio del 2017, quando cioè vennero inviati i ventiquattro avvisi di garanzia e quando l’allora responsabile dell’Upd, Sylvia Kranz, chiese copia della conclusione indagini alla procura, dimenticando poi di andare a ritirarle.
Cose che accadono, solo a Sulmona.
Insomma come prevedibile, e come non ha previsto il sindaco, la macchina della verità e tutt’altro che in cantina: perché se i ricorrenti avranno ragione, allora, qualcun altro dovrà prendersi la responsabilità di quanto non fatto.

3 Commenti su "Furbetti, provvedimenti tardivi. Al via i ricorsi"

  1. Speriamo che l’Amministrazione Comunale, nel caso i provvedimenti siano annullati dai ricorsi perché tardivi, abbia almeno l’intenzIone di perseguire chi come ben dice l’artIcolo “non ha fatto” !!!!!!!!

  2. bene,benissimo ,bravi in redazione …..le responsabilita’ dei cialtroni,le attuali disposizioni di Legge ,incluso il Codice di comportamento dipendenti pubblici,puniscono severamente la negligenza,prevedono l’obbligo della denuncia/segnalazione alle autorita’ di presunti illeciti,comprese quelle inerenti la trasparenza e tracciabilita’ dei processi decisionali di tutti i dipendenti,nessuno escluso,dirigenti(alti burocrati)inclusi,quindi…
    un faro acceso e’ d’obbligo,o no?

  3. Antonio Rosmini | 1 Aprile 2019 at 09:26 | Rispondi

    Si vede che questo Paese non è la Germania e nemmeno la Francia, è il Paese di Franceschiello

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