C’è l’usciere del Palazzo, Stefano Pezzella, che in due mesi ha fatto un record accumulando oltre 161 ore di assenza, per un importo, illecitamente percepito, di quasi 2.400 euro. Entrava, timbrava o si faceva timbrare il badge e poi spariva, fino a 6 ore e 42 minuti su 8 ore di lavoro che avrebbe dovuto fare. Ma ci sono anche i funzionari, ex posizioni organizzative, quelle che venivano retribuite più di un normale dipendente, come Angelo D’Agostino, Armando Di Pietro e Alessandro Ginnetti, quest’ultimo, dell’ufficio Cultura e Sociale, assente ingiustificato con gran parte del suo ufficio, quello dell’ex caserma Pace, la sede distaccata del Comune, “l’isola felice”, dove in 11 sono finiti nell’elenco delle 24 persone raggiunte oggi da un avviso di garanzia.
La prima tranche dell’indagine condotta dalla guardia di finanza tra febbraio e agosto scorsi, comincia ad avere i suoi effetti penali, dopo l’invito a comparire poi sospeso della Corte dei Conti e in attesa dei provvedimenti disciplinari che dovrà prendere il Comune: il sostituto procuratore Stefano Iafolla ha infatti fatto notificare 24 avvisi di garanzia, 23 a dipendenti del Comune e 1 ad una dipendente di una cooperativa sociale.
L’accusa per quattordici di loro è di truffa e falso, mentre gli altri dieci sono accusati di solo falso, di aver cioè timbrato e fatto timbrare i badge in modo fraudolento. Per due di loro si aggiunge anche l’accusa di aver usufruito di buoni pasto che non gli spettavano.
I furbetti del cartellino, però, a leggere le carte, non sono solo loro e l’indagine è destinata ad ampliarsi: in tutto sul registro degli indagati sono iscritti in 48, tra cui ci sono tre dirigenti e alcuni dipendenti già citati dalla Corte dei Conti, ma non ancora avvisati dalla procura penale.
In particolare, in questa prima tranche di avvisi di garanzia, dovranno rispondere delle accuse di falso e truffa: Marco Chiavari (ufficio Anagrafe), Patrizia Ciniglio (assistente sociale), Rosanna D’Aurelio (Cultura), Giovanni Del Signore (usciere), Armando Di Pietro (Economato), Sabrina Di Placido (assistente sociale), Alessandro Ginnetti (Cultura e Sociale), Luminita Iosub (dipendente della Coop 2001), Rita Mastrangioli (Sociale), Stefano Pezzella (usciere), Venanzio Piccoli (Università), Ivana Sfronsone (Cultura), Anna Rita Spagnoli (Sociale) e Felicia Vanacore (Università).
Si contesta invece solo il reato di falso a Genoveffa Amatangelo (Anagrafe), Marino Cagnone (addetto museale), Angelo D’Agostino (Urbanistica), Oresta Maria D’Altorio (Urbanistica), Antonella Di Placido (Cultura), Roberto Fonte (addetto museale), Carla Grossi (Statistica), Fabiana Salsedo (Urbanistica), Mirella Santilli (Anagrafe) e Maria Teresa Teti (Anagrafe).
Tra loro ci sono posizioni diverse, che potranno essere chiarite nei venti giorni a disposizione che separano l’avviso di garanzia dall’eventuale richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura, previa la deposizione di formali memorie o richiesta di un interrogatorio. Assenze che ad esempio possono risultare ingiustificate, ma che invece erano per missioni.
Di certo non tutti ne usciranno senza un processo e qualcuno, molto probabilmente, ci rimetterà il posto di lavoro quando anche la macchina della disciplinare si metterà in moto.
Il Comune, d’altronde, come ha dichiarato il sindaco Annamaria Casini, sta aspettando le carte ufficiali della procura per procedere. Ed ora sono cominciate, e solo cominciate, ad arrivare.
sarebbe utile sapere di quale comune si tratta, nella foga il giornalista ha dimenticato di scrivere di quale comune si parla, dando per scontato che tutta l’italia sappia che il sindaco Annamaria Casini, è il sindaco di Sulmona