Sono stati venticinque giorni lunghi e difficili, di preghiera e di lotta, di sale operatorie e nottate alla luce del neon. Ma alla fine Tommaso Paolini, il professore sessantasettenne investito il 4 giugno scorso lungo la strada statale 17 mentre era a bordo della sua a bici da corsa, è fuori pericolo.
Paolini avrà una convalescenza lunga e difficile, ma la sfida più difficile, quella con la morte, è stata vinta. “Miracolato” lo hanno definito gli stessi medici che lo hanno sottoposto a due difficili e lunghe operazioni: una di ricostruzione maxillofacciale durata circa cinque ore e l’altra alla clavicola durata tre ore.
Ora si trova ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Sulmona, dopo essere stato per tre settimane al San Salvatore dell’Aquila: i suoi sono lenti, ma progressivi miglioramenti e ci vorrà del tempo prima che possa recuperare la forma e magari tornare in sella alla sua bici, la sua grande passione che ha conciliato con la sua attività professionale, pubblicando libri e studi sul cicloturismo e le sue potenzialità sullo sviluppo economico dell’Abruzzo.
Paolini era stato investito il 4 giugno scorso nei pressi del bivio del cimitero da una Renault Clio guidata da una donna che gli aveva tagliato la strada mentre attraversava l’incrocio, una delle tante “trappole” della statale 17. Un impatto durissimo che lo aveva lasciato a terra privo di sensi dopo essere stato sbalzato in aria è ricaduto di testa.
Fortunatamente una storia a lieto fine per il professore molto amato e conosciuto in città: uno splendido regalo per il nipotino in arrivo a novembre che potrà contare sugli abbracci di nonno Tommaso.
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