Un risveglio difficile da un incubo che ormai sembra prendersi beffa di un’intera valle destabilizzata tra focolai domati e nuovi incendi innescati.
Così questa mattina dopo le febbrilli operazioni di ieri nelle due aree colpite, Bagnaturo e Badia, lo scenario che si apre è quello delle fiamme espanse dell’incendio scoppiato nella notte oltre la linea tagliafuoco. Le criticità perdurano lungo la zona S.Pietro e Colle delle Vacche, per la Badia ieri un serpentone rosso fiamme e fumo, stamattina la situazone sembrerebbe sotto cotrollo, contenuta. Al Bagnaturo, il fuoco che ha oltrepassato la linea tagiafuoco di circa 300 metri, adesso con il vento sta tornando indietro verso il fronte bruciato, l’altro fronte invece il fuoco sta scendendo a valle ma i mezzi stanno organizzando un’altra linea tagliafuoco per cercare di spaccare la zona piena di cespugli. Si opera per formare un cordone di sicurezza a protezione dell’area.
In tutto questo quadro dalle tinte sangue la preoccupazione massima è stata per Michele Iacobacci il volontario che ieri nelle operazioni a supporto per lo spegnimento è rimasto gravemente ferito. Arriva fortunatamente una buona notizia sulle sue condizioni, il 33 enne sta meglio è ancora in prognosi riservata, l’ematoma cerebrale si sta ritirando, ora è sedato e sarebbe fuori pericolo.
A San Pietro sono stati bloccati i civili che non possono salire, sui cieli i 4 canadair e l’Erikson che contengono l’incendio. Dal fronte ora sono appena rientrati il sindaco Annamaia Casini, Gerosolimo e il presidente Luciano D’Alfonso.
Antonella Di Nino ieri notte a lavoro assieme ai volontari per fermare il passaggio delle fiamme, aggiorna sullo stato attuale dell’area colpita di competenza del territorio pratolano “il fuoco è contenuto verso la parte alta della montagna laddove non sembra esserci possibilità di passaggio del fuoco sull’altro versante grazie alla parte superiore della tagliafuoco”. A breve ci saranno i lanci dei due canadair e tra pochi potrebbe aggiungersi il terzo Canadair francese. In questi minuti gli uomini dell’esercito si stanno predisponendo sulla linea tagliafuoco per operare congiuntamente ai Canadeir e ativare una importante bonifica della zona. “Ho partecipato alla riunione del Com di questa mattina, nella quale ho chiesto di allargare le strade forestali esistenti e lasciate all’incuria, per costruire nuove linee tagliafuoco utili alle operazioni di spegnimento del fuoco da terra e, come dimostrato ieri, decisive per consentire rapido accesso dei soccorsi e degli interventi. Ho lasciato rapidamente l’incontro per tornare sul fronte degli incendi insieme al Dos” Il sindaco di Pratola rinova l’intervento ai soli volontari esperti di recarsi sul posto all’ingresso della tagliafuoco vicino Chiesetta di San Pietro per supportare esercito e vigili del fuoco.
Intanto arriva la notizia positiva in questo inferno di fiamme, a Pacentro la Camosciara, solo poche ore fa un girone di fuoco, va verso la salvezza, sono già quattro i passaggi dell’Erickson. I residenti tirano un sospiro di sollievo per ora tutto sembrerebbe procedere bene, in un comune assediato da 9 giorni di incedio.
Casapound interviene imputando la responsabilità dei disastro sul monte Morrone, che assunto le dimensioni di una “catastrofe ambientale” al presidente della regione D’Alfonso per “mancata vigilanza e inadeguatezza degli interventi”. Il moviemnto di destra incalza “la realtà del fallimento di una amministrazione che non ha saputo tutelare la ricchezza principale della nostra terra”. Laurenzi CsaPound Italia “Ora una intera generazione di abruzzesi vivrà la prorpia vita in un territorio sfregiato dall’azione criminale dei piromani e dal disinteresse di chi arebbe dovuto vigilare”
IL VERO OBIETTIVO E’ IL MORRONE.
L’obiettivo principe del o dei piromani è a conti fatti il Morrone. Ettari ed ettari di bosco andati in fiamme e ridotti in cenere. Difatti gli artefici del disastro, per distrarre i mezzi di soccorso,in particolare canadair ed elicotteri che lanciano acqua o schiumogeni, attizzano il fuoco altrove. Se non ci fossero stati questi altri focolai di incendio nella valle ed intorno ad essa, credo che l’incendio del Morrone sarebbe stato spento da un pezzo. Invece è ancora là che arde. A chi giova tutto questo? E’ ancora “calda la salma” che già si parla di rimboschimento e la notizia monta sui giornali e nelle TV. Rimboschimento per fare che cosa? Per rinnovare il bosco andato in fiamme ed offrirlo di nuovo alle voglie del piromane e dei suoi soci ? Ogni anno da noi, vanno in fumo ettari di bosco,con annessa strage di olivi, vigneti ed altro. Dalle parti di Tocco,lato ovest, Torre de Passeri, Alanno etc.il fuoco ha divorato uliveti, vigneti, e tanto di più. Gli agricoltori rinnovano ed il fuoco puntuale distrugge. A che gioco giochiamo? Conosco un muro che appartiene al comune, dove un graffitaro scrive le sue doglie amorose. Il comune cancella con nuova pittura e quello di nuovo torna a scrivere. Sembra una sfida tra lo scrivano ed il comune. Allora rimboschimento? Che non fosse proprio questo il fine di quell’incendio doloso? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina.