“Uno su mille ce la fa. Ma quanto è dura la salita. In gioco c’è la presidenza” così avrebbe cantato Gianni Morandi se “Uno su mille” l’avesse scritta osservando le mosse in corso nel centrodestra per scegliere il prossimo candidato presidente della Regione Abruzzo. La nostra Regione è stata assegnata a Fratelli d’Italia nell’ottica della spartizione delle cariche all’interno della coalizione di centrodestra, ma il partito di Giorgia Meloni si è fatto trovare piuttosto impreparato. Da settimane i Fratelli d’Italia sono in continua discussione – o sarebbe meglio dire lite – per trovare una quadra attorno al nome da presentare sui tavoli romani e poi agli abruzzesi.
Dopo una riunione fiume tenutasi ieri, si è giunti ad un accordo che assomiglia di più ad un “non-accordo” cioè una lista di dieci nomi da presentare a Giorgia Meloni. Dentro ci sono un po’ tutti quelli che in queste settimane sono stati additati come papabili fra cui: Michele Russo, Marco Marsilio e Fabrizio Di Stefano. Quest’ultimo in particolare, candidatura o no nel centrodestra, sta andando avanti con le sue liste civiche di Civiche per l’Abruzzo e sabato ad Avezzano terrà una conferenza pubblica dove chiamerà a raccolta le sue truppe. Il rischio è che se non fosse lui il candidato del centrodestra, la coalizione potrebbe spaccarsi, come potrebbe spaccarsi nel caso in cui le tensioni nazionali dovessero acuirsi. Il centrodestra al momento è un’alleanza solo sul piano locale perché a livello nazionale di fatto, la Lega è alleata con il Movimento 5 Stelle.
Nel caso in cui però gli alleati di centrodestra dovessero una sintesi i problemi non sarebbero comunque finiti. Nei sondaggi Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle è avanti e con un centrosinistra con un candidato debole potrebbe anche rafforzarsi. Al momento infatti a centrosinistra Giovanni Legnini è titubante, è probabile che stia valutando le mosse del centrodestra prima di sciogliere la sua riserva. Nel caso scelga di non candidarsi ci si rifugerebbe su un candidato meno aggregante e meno attrattivo per l’elettorato storico di centrosinistra che vista l’aria che tira in Abruzzo, ma anche in Italia, potrebbe dare fiducia ai 5 Stelle. Ad ogni modo la situazione è ancora molto liquida e tutta in divenire.
Savino Monterisi
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