E’ cambiato il volto di Sulmona, quello del commercio e dell’economia, a causa della “grande depressione”. A spingere la riflessione è Confesercenti che sottolinea come alle attività commerciali si siano sostituiti in questi dieci lunghi anni pubblici esercizi ed attività commerciali: pub, bar, ristoranti, rosticcerie ed attività turistiche.
“Se da una parte il dinamismo del settore turistico e dei pubblici esercizi è di fatto veloce – sottolinea Pietro Leonarduzzi, Vice Presidente della Confesercenti provinciale – il commercio continua a soffrire, oppresso da una ripresa della spesa delle famiglie che non arriva, ma anche da un trasferimento delle quote di mercato dai piccoli alla grande distribuzione organizzata dovuto in primo luogo alla liberalizzazione”. Anche il web, nelle sue varianti della vendita online, incide parecchio; e le nuove abitudini, gli stili di vita, la famiglia che cambia ed il lavoro che non c’è e, soprattutto “la piccola impresa, quella che ha reso la nostra rete commerciale la più bella e più varia del pianeta, ha subìto e pagato, le politiche di liberalizzazione e la mancanza di una vera politica di sostegno” aggiunge Leonarduzzi.
La scomparsa dei negozi di vicinato, poi, ha segnato la fine non solo per i commercianti, per Angelo Pellegrino, direttore della Fiesa regionale, ma per tutta la comunità. A risentirne, dunque, è anche la qualità della vita che, per Confesercenti, “comprende anche la capacità di adattamento della Città alle esigenze di tutti, e le attività commerciali, sono elementi insostituibili di contatto tra cittadini e le comunità locali. Esse costituiscono ottimi veicoli di diffusione di informazioni in tema di stili di vita, di comportamenti culturali e sociali, di capacità reddituale della popolazione”. Integrazione sociale insomma.
E’ qui che il binomio Leonarduzzi-Pellegrino invoca le amministrazioni affinché intervengano sulla riqualificazione del commercio, fisso o ambulante.
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