Le tende, anzi le brandine, saranno tolte oggi: dopo venticinque giorni di occupazione dell’Aula consiliare, sfiniti più che soddisfatti, i lavoratori della Satic hanno deciso di interrompere la protesta.
In cambio hanno ottenuto, al termine di una lunga contrattazione fatta dal sindaco Casini e dall’assessore regionale Andrea Gerosolimo, l’impegno del Comune a fare presto le gare e soprattutto a cambiare quella clausola sociale che era stata prevista e che non garantiva l’assorbimento dei ventiquattro lavoratori rimasti e i livelli occupazionali. Che poi era quello che aveva chiesto il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, promotore della legge regionale che ora sarà estesa alle gare di Sulmona.
Sul documento di “pace” firmato ieri notte dai sindacati e dai rappresentanti della politica, mancano però le firme dei dirigenti, che poi sono quelli che finora hanno bloccato le procedure. Senza contare che non ci sono indicazioni di date precise.
Insomma le condizioni, nella sostanza, sono quelle che erano sin dall’inizio (la volontà politica a dare soluzione alla vertenza), con la differenza che ora l’impegno è stato messo nero su bianco. Per quel che vale.
Probabilmente a convincere i lavoratori è stato l’arrivo dei funzionari regionali che hanno già mosso le carte per spacchettare il servizio di front e back office in tre gare distinte, anche se l’ingerenza continua a suscitare mal di pancia nell’apparato amministrativo di palazzo San Francesco e forse non è un caso che sul documento di “armistizio” manchino le firme dei responsabili della struttura amministrativa.
Se l’aria è cambiata si vedrà comunque a stretto giro, perché domani dovrebbero arrivare le prime proroghe o affidamenti diretti per i servizi scaduti sabato scorso e perché per riattivare i servizi del front e back office non c’è più margine di attesa, visto che gli imprenditori e i professionisti restano con gli scudi alti.
Cui prodest quindi?
Sicuramente all’amministrazione comunale che smobilita una manifestazione imbarazzante, sicuramente all’assessore regionale Gerosolimo che ad una settimana del voto dà un segnale sulla capacità delle “sue” amministrazioni di dare risposte, sicuramente ai sindacati che placano le tensioni maturate in questi giorni con il sindaco (anche per la storia del Cogesa) e che possono sventolare almeno un documento politico.
E ai lavoratori? Speriamo giovi anche a loro.
Perché se quel documento firmato ieri notte dovesse non avere effetti concreti, la protesta e i venticinque giorni di occupazione saranno stati del tutto inutili.
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