E’ una congiuntura particolare, che somma più fattori e che rende complesso il rifornimento idrico: ne avremo fino a marzo, almeno, con i rubinetti ad intermittenza, le sorgenti secche e i disagi, tanti disagi. Da Prezza a Corfinio, Vittorito e Raiano, Introdacqua e Bugnara, fino ad alcune zone di Sulmona e poi l’Alto Sangro che con le sue 70mila presenze in questo periodo è il territorio a fare più fatica: Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso e Pietransieri, in particolare. Tutti a secco o quasi, con i rubinetti che erogano un filo d’acqua e che sempre più di frequente vengono chiusi per permettere alle vasche di riempirsi. Questa notte ad Introdacqua, come è stato già nel pomeriggio di ieri, saranno chiusi ad esempio i rifornimenti in diverse strade del paese e delle frazioni e questa mattina si provvederà a chiudere singole utenze di case abbandonate, ma che perdono acqua. Dove si può si recuperano anche le gocce, perché, spiega la Saca “i Comuni serviti stanno vivendo uno dei periodi più complicati degli ultimi anni, che deve essere affrontato con serietà e trasparenza e una volta superata la crisi sarà necessario intercettare altre risorse al fine di efficientare le reti e l’approvvigionamento”.
Una delle principali sorgenti del territorio, quella di Pettorano sul Gizio, ad esempio, aggiunge al periodo di magra annuale (che va da dicembre a marzo), quello ciclico, che si verifica ogni sette/otto anni. Il risultato è evidente agli occhi: le sorgenti che normalmente hanno una portata di 450 litri al secondo, sono completamente secche da settimane e i pozzi, a cui si ricorre estraendo l’acqua, riescono a fornire 350 litri secondo, ma il loro livello è in continuo e progressivo abbassamento.
Anche peggiore è la situazione a Castel di Sangro, dove le sorgenti non ci sono e si deve pompare, ma dalla cui rete bisogna soddisfare un bacino d’utenza che è quasi il triplo di quello residente.
La situazione idrica in Centro Abruzzo è insomma drammatica, nonostante sia una zona notoriamente ricca di questa risorsa. Influiscono e non poco vetustà e condizioni della rete: i livelli di dispersione nel bacino servito da Saca supera, comprese le fontane pubbliche, il 70% dell’acqua che sgorga o meglio che viene pescata.
Gli investimenti sono in agenda: con il Pnrr è stata prevista, ad esempio, una suddivisione delle reti ad anelli. Ovvero in distretti. Un metodo che permetterà, quando verrà realizzato, di intercettare le perdite più grosse in base alla portata e alla pressione, senza dover scavare, ma semplicemente misurando la variazione dei flussi in base all’utenza presente. L’anello “bucato” potrà così essere chiuso senza arrecare disagi alle altre utenze. Sono previste poi le installazioni degli Smart Meter, cioè contatori elettronici che permetteranno misurazioni più precise e che verranno da subito messi a Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo e in parte a Castel di Sangro.
Si tratta, comunque, di provvedimenti di difesa, più che risolutivi. Perché la vera sfida e rifare la rete idrica, che è vecchia e malandata, poco manutenuta. A Sulmona, ad esempio, quella principale che abbraccia la circonvallazione orientale, la villa comunale, via Patini, via Trento e via Maiella, ha circa novanta anni.
Gelidus uberrimus undis rischia di restare solo un verso di Ovidio.
Non è vero, non è vero!
Tutto questo non esiste!
Iniziamo a usare meglio la risorsa idrica:
raccogliamo l’acqua che esce per portarla a temperatura prima di fare la doccia e usiamola per il water;
chiudiamo i rubinetti quando insaponiamo le mani o laviamo i denti;
diminuiamo i tempi della doccia;
raccogliamo l’acqua da bere dentro bottiglie di vetro invece di riempire il bicchiere dal rubinetto;
quando prendiamo il caffè al bar rifiutiamo il goccio d’acqua perchè sarà un bicchiere di plastica in più e un bicchiere da lavare in più visto che gran parte dei bar sono vicini ad uno zampillo.
Dopo fatto questo facciamo la somma del risparmio del singolo e di un totdi popolazione.
La SACA dovrebbe fare una campagna informativa per il risparmio dell’acqua, e le emittenti e gli operatori televisivi, tutti, dovrebbero contribuire gratuitamente. Questo sarebbe un buon esempio per tante altre zone d’Italia.
Praticamente saremmo la sponda del Sahel……..
Ah già! La crisi idrica.
Qualcuno si è posto la domanda
Da quanto è cominciata la crisi idrica?
La valle dell’acqua.
Chi ha dato il permesso di Bucare le falde acquifere?
Vedi le varie aziende di produzione bevande.
Adesso si chiedono dove finisce l’acqua
Mannaggia sant
Qualcuno si è posto la domanda
Da quanto è cominciata la crisi idrica?
La valle dell’acqua.
Chi ha dato il permesso di Bucare le falde acquifere?
Vedi le varie aziende di produzione bevande.
Adesso si chiedono dove finisce l’acqua
Mannaggia sant