Fine della quarantena nel territorio che “aspirava” alla zona rossa

(ph. OneShotLive)

Domani Sulmona e la Valle Peligna avranno formalmente superato la loro “quarantena”: da tredici giorni, infatti, non si registrano casi di positività sul territorio e anzi, anche quelli che sono risultati positivi, sembrano essere tutti sulla strada della negativizzazione del virus. In particolare dei 31 casi attualmente positivi al Covid che sono monitorati nel Centro Abruzzo (Alto Sangro compreso) dalla Asl, almeno una decina hanno già avuto un primo responso negativo al tampone (a parte un caso dubbio a Roccaraso, che però ieri ha registrato la negativizzazione di ben 4 persone). Gli altri esiti dei tamponi arriveranno nelle prossime ore, ma c’è motivo di credere (e di sperare) che tutti i positivi non siano più tali e che, sostanzialmente, il virus non è quasi più di casa in queste aree interne, anche se restano in isolamento attivo 44 persone, 17 ricoverati in terapia non intensiva e 1 in terapia intensiva (ovviamente in ospedali non del territorio).


Dati confortanti che proiettano in un passato remoto il panico da zona rossa che la sindaca di Sulmona Annamaria Casini aveva montato e invocato venticinque giorni fa, aprendo tra l’altro uno scontro politico-istituzionale con la Regione e con la Asl che certo non ha portato grandi frutti. A distanza di quasi un mese, si può dire che avevano ragione i tecnici e le autorità sanitarie e non la sindaca, e che verosimilmente, come aveva sostenuto il presidente Marco Marsilio, era inutile cedere alla “fobia e all’allarmismo” e ancora che “la politica avrebbe dovuto essere più umile” di fronte alle valutazioni degli addetti ai lavori.


Ora, però, si apre la seconda fase, anche e soprattutto dal punto di vista sanitario e, nella speranza che gli amministratori comincino ad occuparsi delle questioni amministrative (dalla ripartenza economica al problema delle scuole), il compito affidato alla sanità territoriale è fondamentale per contenere e individuare con rapidità e precisione possibili (e anche probabili) nuovi focolai. Un ruolo determinante avrà la somministrazione dei tamponi che, da ieri, sono di nuovo disponibili a Sulmona, essendo arrivata, con una decina di giorni di ritardo, l’ultima tranche di test (1.100 tamponi sui 2.400 totali) acquistata (vale la pena ricordarlo) da una colletta degli imprenditori.


Si partirà già oggi probabilmente dalle residenze per anziani: per permettere da un lato a quelli in lista di attesa di poter entrare in struttura (è obbligatorio che i nuovi ingressi siano sottoposti a tampone e quarantena) e dall’altro di poter mettere in regola le stesse strutture “fuorilegge” loro malgrado dopo l’ordinanza regionale con cui si impone il test a tutto il personale in servizio.
L’altro grande protagonista della seconda fase sarà poi anche e soprattutto il senso civico delle persone, nessuna esclusa: il rispetto del distanziamento sociale, l’uso di mascherine ed evitare gli assembramenti, saranno infatti le uniche vere armi a disposizione per impedire che la curva dei contagi torni a salire. Uno sforzo necessario, soprattutto dopo il 4 maggio, che più sarà etico e prima riuscirà a farci tornare alla normalità.

6 Commenti su "Fine della quarantena nel territorio che “aspirava” alla zona rossa"

  1. il comune più fantozziano d’Italia….dalla zona rossa alla zona franca.e il mercato che aspetta a riaprirlo?

  2. Quanta faziosità nell’ articolo, proprio troppa, nuoce alla testata.

    • Quale sarebbe la faziosità ? A me sembra cronaca, quella che non leggo altrove

    • Ma che davero | 28 Aprile 2020 at 14:28 | Rispondi

      Fede forse fa parte della schiera di quelli secondo i quali non è lecito criticare… o anche solo evidenziare le incoerenze e le imbarazzanti uscite di questa amministrazione

  3. Un minuto di silenzio

  4. Tutti allineati e coperti, da bravi a fare le truppe cammellate. Cuoricini e like a comando

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