Dopo le fiamme arrivano i fiori, ma non sono un omaggio gradito quello che questa mattina si è ritrovato davanti alla porta del garage Alessandro Ferrini, il cinquantenne residente in via XXV aprile a Sulmona a cui è stata bruciata l’auto ieri notte.
L’uomo ha infatti trovato davanti al box, ormai senza auto, due mazzi di crisantemi: “Un altro chiaro segno intimidatorio – ha detto lo stesso Ferrini – che segue quello dell’auto bruciata. Ma io non ho paura, chiedo che la legge e le forze dell’ordine mi difendano, altrimenti faccio da solo”.
Sì perché Ferrini è convinto di sapere chi è stato almeno il mandatario di questi gesti intimidatori e anzi, come racconta Il Messaggero oggi in edicola, l’uomo sarebbe stato avvicinato ieri pomeriggio da una terza persona che gli avrebbe riferito che l’incendio dell’auto era una “punizione” per essersi permesso di riagganciare il telefono in faccia alla persona da cui, dice Ferrini, da diversi giorni riceve minacce per un contenzioso su una sua proprietà.
Sul caso, anche questo caso, stanno indagando i carabinieri di Sulmona che ieri oltre alla denuncia, la prima di Ferrini, hanno raccolto una serie di testimonianze del quartiere.
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