Prende corpo la pista del dolo nel deposito mezzi Pastorino del Cogesa. Sembrerebbe che nell’area coinvolta dalle fiamme di ieri notte siano stati trovati due inneschi anche se manca ancora l’ufficialità. La squadra speciale dei vigili del fuoco giunta dall’Aquila, infatti, sta ancora effettuando tutti i rilievi del caso. Soltanto una volta conclusi, e fatte le opportune valutazioni, si potrà procedere ad una reale ricostruzione della dinamica. Questa mattina sul posto sono tornati anche i carabinieri di Sulmona che si stanno occupando delle indagini.
Del parco macchine interessato dalle fiamme tre mezzi sono stati completamente distrutti, mentre altri due parzialmente danneggiati con conseguenti disagi al servizio di ritiro degli ingobranti previsto sui comuni di Navelli, Caporciano e Prata d’Ansidonia. Rallentamenti potrebbero aversi la prossima settimana anche su Sulmona. L’area è stata posta sotto sequestro, mentre sono in previsione verifiche strutturali sul capannone per capire la portata del danno.
L’incendio è scoppiato ieri sera intorno alle 23.50 seguito anche da un forte scoppio. Alcuni abitanti della zona, tuttavia, dicono di non essersi resi conto di quanto stava accadendo. Ad accorgersi del fumo che proveniva dall’area interessata è stato l’addetto al servizio guardiania il quale ha subito allertato vigili del fuoco e carabinieri. Le fiamme sono state spente circa un’ora dopo, ma la mancanza di luce ha impedito di procedere nell’immediato a fare i rilievi perciò forze dell’ordine e personale specializzato sono tornati questa mattina sul posto.
Un episodio avvolto dal mistero. Negli ultimi tempi ci sono stati diversi momenti di tensioni affrontati dalla partecipata come la vicenda che ha visto contrapposti alcuni sindaci e l’amministratore unico circa il piano assunzioni, quella del “verbale difforme” approvato in fase di controllo analogo a settembre scorso e il successivo ricorso alla procura da parte del presidente Enzo Margiotta. Anche i dipendenti “precari” erano intervenuti chiedendo la stabilizzazione. Ancora prima i residenti delle Marane si erano si erano incontrati con l’amministrazione comunale e la dirigenza Cogesa a causa del cattivo odore che proveniva proprio dai capannoni. Sono tanti, inoltre, gli interessi economici che ruotano attorno al settore, l’ultimo un appalto da 7milioni di euro in dirittura d’arrivo. Le indagini vanno avanti ad ampio spettro. Per il Cogesa sembra proprio non essere un buon periodo.
Simona Pace
puzza di marcio sotto l’immondizia…
E se invece fosse un semplice corto circuito a causa di qualche presa difettosa?
il piccone, il corto circuito è una mera invenzione di chi preferisce il caso fortuito al dolo. è tecnicamente impossibile dal momento in cui ogni presa è collegata ad un interruttore che scatta se c’è cortocircuito o surriscaldamento.
Se si da per certo che l’impianto elettrico si trovi in perfetta efficienza e correttamente progettato/installato. Altrimenti non è proprio scontato quanto da lei detto.
allora lei apre un discorso sulla responsabilità del dirigente tecnico? o di chi è preposto alla verifica di tali impianti? leggendo sempre articoli sull’efficienza di questa azienda azzardo per scontata l’ipotesi che sia tutto in regola.
Chi vivrà vedrà. Attendiamo il responso della perizia.