Ferroviere in coma, indagato il fidanzato della figlia

All’origine dell’aggressione ci sarebbe la contrarietà del padre ad accettare la relazione della figlia ventenne. Una storia che, però, è finita male e che potrebbe finire anche peggio. Perché le condizioni del sessantunenne ferroviere trovato esanime esattamente un mese fa nella sua abitazione della zona Peep, sono e restano gravissime. L’uomo è attaccato ad un tubo, in coma profondo, tanto che il tribunale di Sulmona, vista anche la particolare situazione familiare (due mogli da cui ha avuto due figlie) ha deciso di nominare un tutore medico e patrimoniale (l’avvocato Mauro Maiorano) per gestire la situazione.
All’evoluzione clinica dell’uomo è legato d’altronde il futuro del giovane di ventisei anni di Pacentro, fidanzato della figlia, indagato per lesioni aggravate e tentato omicidio, perché sarebbe stato lui, quella sera, a colpire il ferroviere. Lo avrebbe ammesso lui stesso, assistito dal suo legale, Serafino Speranza, davanti agli uomini della squadra anticrimine della polizia di Sulmona che lo hanno incalzato dopo che, dal referto dell’ospedale, si è capito che le lesioni riportate non potevano essere compatibili con una semplice caduta come si era ipotizzato all’inizio, o meglio come aveva ipotizzato la figlia che lo aveva trovato in casa in una pozza di sangue.
Secondo il racconto del ragazzo, la sua sarebbe stata una reazione incontrollata alla spinta che il “suocero” gli avrebbe dato dopo che quella sera aveva suonato alla porta di casa al fine di chiarire e difendere la sua relazione con la figlia.
Un racconto con tanti vuoti, ma che confermerebbe l’aggressione-reazione da cui ha avuto la peggio il papà della ragazza. Sperando che riesca a riprendersi e a svegliarsi dal coma, perché se dovesse morire l’accusa nei confronti del ventiseienne diventerebbe quella di omicidio preterintenzionale.
Il giovane già in passato aveva avuto problemi psichici e appena qualche giorno fa le sue condizioni sembrano si siano aggravate, forse per la particolare situazione emotiva che sta vivendo, tanto che a suo carico è stato eseguito un trattamento sanitario obbligatorio. Secondo il suo avvocato, Serafino Speranza, bisogna capire se in quel momento, se quella sera di un mese fa, era in grado di intendere e di volere.
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla, intanto vanno avanti, perché oltre alla posizione del ragazzo, bisogna capire se siano coinvolte nella vicenda anche altre persone. Se cioè quella sera di un mese fa i due si ritrovarono soli l’uno di fronte all’altro o se qualcuno in qualche modo era presente o sapeva e ha tentato di coprire l’aggressore.

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