Dopo il fronte di Brecciarola, si apre per la ferrovia veloce Roma-Pescara anche quello peligno. Inevitabile a guardare il progetto che già dalla sua presentazione aveva suscitata molto perplessità. Perché se a Brecciarola toccherà demolire qualche casa, in Valle Peligna il progetto prevede di bucare la montagna, il monte Morrone, quello dove insiste una delle faglie sismiche più grandi d’Europa e dove c’è una falda acquifera importante per le risorse idriche di tutto il pescarese.
Dopo il WWF, interviene ora il Circolo Legambiente Legambici Abruzzo, preoccupato per le problematiche ambientali emerse dall’analisi delle simulazioni delle opere progettuali: “Ci troviamo già in una situazione di grave emergenza idrica, che verrebbe solo aggravata da un intervento così invasivo su un ecosistema sotterraneo complesso come quello del Massiccio del Morrone – commenta il presidente Luca Colantonio -. Legambiente ha auspicato da sempre interventi per la riqualificazione della linea ferroviaria e per migliorare il trasporto su ferro, ma è importante che il progetto, che impatterà sulla vita delle comunità locali sia condiviso con i territori coinvolti. I cantieri previsti potrebbe cambiare radicalmente il futuro di quei territori, relativamente alla disponibilità di acqua, intaccando la falda acquifera e aggravando una scarsità idrica, già presente nei mesi invernali, che peggiora ogni anno con l’arrivo della stagione estiva”.
Di tempo non ce n’è molto, perché l’inizio lavori è previsto per maggio 2023: poco più di un anno che, secondo Legambiente, dovrà servire per aprire un vero dibattito pubblico con tutti i comitati e le associazioni presenti sui territori interessati.
“Come Circolo Legambiente nato nell’area Chieti-Pescara per incentivare la mobilità, siamo favorevoli al miglioramento della rete ferroviaria e siamo sempre stati a favore della mobilità sostenibile, basata su intermodalità bici-treno, trasporto su rotaie di persone e merci, e mobilità ‘dolce’ a misura delle comunità e dei territori – conclude Colantonio -, evitando opere a forte impatto ambientale”.
Dopo la discarica ai piedi del Morrone ….una nella galleria per corniciare l’opera !
Preferisco a sto punto metterci mezz’ora di più per andare a Roma ma non rompere il caxxo al Morrone !
Questa è una cosa demenziale, sponsorizzata dalle congreghe degli appalti, dei grossi appalti. Sono i politicanti locali ad essere senza carattere, inadeguati, incapaci di vedere oltre il proprio naso. Non si rendono conto che stiamo andando verso il baratro.
Ma, per gli ambientalisti, cosa è lecito costruire?
Ci stiamo chiudendo a guscio su qualsiasi opera di industrializzazione e simili…
Siamo indietro anni luce al Pescarese e alla Marsica, al pari di zone “disagiate” morfologicamente come magari la valle subequana o la valle del sagittario.
Disagiate non in senso dispregiativo, sia chiaro, anzi.. almeno vivono di turismo.
Di questo passo finiremo male… la valle desolata.
Se a causa del traforo non avessi più acqua da bere e nemmeno una casa in cui stare, voglio vedere quanto te ne fregherebbe della tratta ferroviaria veloce
Ma perché a Brecciarola si possono abbattere le case e a Popoli, no?
Qui traforano la montagna con a rischio le nostre falde acquifere non due case
Il treno è un mezzo di trasporto sicuramente più ecologico del trasporto su gomma.
L’unica possibilità che abbiamo di evitare l’ulteriore spopolamento della nostra vallata è quello di rendere umano un pendolarismo da Sulmona a Roma o Pescara con forte contenimento degli attuali tempi di percorrenza.
La velocizzazione della linea ferroviaria è fondamentale per il benessere delle nostre popolazioni, molto di più della difesa del Morrone, una montagna brulla neanche coltivabile. Non capisco che deturpazione comporterebbe una galleria!
Le falde acquifere rincoglionito
Ben detto !
Rinco sarà lei. Premesso che a noi l’acqua ci arriva da Pettorano, mi dici a cosa serve l’acqua ad una valle se c’è un forte calo demografico?
Questa risposta fa vedere il suo grado di intelligenza. Zero.
Non mi scomodo nemmeno a spiegarglielo.
Roma Milano in 2 ore e 30 minuti; Sulmona Roma in 3 ore e mezzo, grazie a lei e a tutti coloro che si oppongono a qualsiasi forma di progresso migliorativa della qualità della vita delle nostre popolazioni, almeno di coloro che toducono reddito e ancora ci abitano (non mi riferisco al reddito di cittadinanza ovviamente). Non credo que quelli di Roma si preoccupino più di tanto dell’immondizia romana trasportata all’impianto cogesa di noce Mattei dove la puzza ce la respiriamo noi. Non vedo quindi perché ci dovremmo preoccupare dell’acqua da rifornire al pescarese, ammesso e non concesso, che una galleria (come migliaia di gallerie esistenti nel mondo) faccia sparire la falda acquifera.
È vero che a Sulmona l’acqua arriva da Pettorano, ma è evidentemente che le è sfuggito ciò che è scritto nell’articolo e cioè che le falde acquifere del Mortone rifornisce o buona parte dei territori pescaresi
Lascia perdere. Pendolare vero è ancora convinto che in futuro continuerà a prendere il treno alla stazione. Ma forse lui andrà in pensione prima ed allora non saranno problemi suoi. Proprio come l’acqua, tanto a noi viene da Pettorano.
Dopo vedrete che il prossimo passo sarà far passare la ferrovia come l’autostrada per la valle subequana e saremo cornuti e mazziati. Così poi caro pendolare vero comincerai a prendere l’auto.
Gli ambientalisti “seri” quando c’è da mettere in discussione progetti che danneggiano la collettività non si tirano indietro. Noi staremo sempre con i territori cercando di sviscerare il problema che si è pisto e proponendo in futuro soluzioni fattibili non contestando solamente. È chiaro che qui è la politica che deve prendere poi la decisione finale, ascoltando i territori interessati