Ferragosto in cella per il “Tyson di Cocullo”

Il Ferragosto e forse non solo quello, lo passerà in carcere: il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona ha infatti fissato l’udienza di convalida del suo arresto a venerdì. Emanuele Risio, insomma, resta al fresco e al sicuro per le feste, anche perché soggetto non facile da gestire, tenendo conto del motivo per il quale è stato arrestato ieri dai carabinieri: un morso che ha staccato il padiglione dell’orecchio sinistro al militare che gli aveva chiesto i documenti in un bar di via Patini.

Un Tyson in salsa peligna, insomma, che ha espresso la sua rabbia per strada, anziché su un ring.

Trenta i giorni di prognosi per il carabiniere a cui i medici dell’ospedale di Sulmona ieri hanno riattaccato l’orecchio raccolto dal collega della vittima e messo sotto ghiaccio.

Risio, 46 anni di Cocullo, già agli arresti domiciliari per una vicenda di stalking dal gennaio scorso, ha rifiutato ieri il suo difensore di fiducia che il mese scorso aveva mandato un medico per una perizia psichiatrica da utilizzare eventualmente nell’altro giudizio pendente.

Ieri è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

“Un atto barbarico che non può essere tollerato – così commenta l’episodio il sindacato Unarma -. Questo episodio mette in luce, ancora una volta, le difficili e pericolose condizioni in cui i nostri uomini e le nostre donne sono chiamati a operare quotidianamente per garantire la sicurezza dei cittadini”.

Solidarietà è stata espressa anche dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo che ha ricordato anche l’altro episodio di violenza che ha visto un carabiniere ad Alfedena essere raggiunto da una testata di un tunisino che stava disturbando i clienti di una pizzeria.

8 Commenti su "Ferragosto in cella per il “Tyson di Cocullo”"

  1. Negli stati uniti avrebbe preso manganellate a non finire

    • Veramente Al primo movimento l’ho impallinavano x bene

      • Si bella cosa gli USA con la polizia che spara agli indifesi. Da prendere da esempio. Io preferisco questw storie che accadono in Italia dove il giudice non può escludere la petulanza dei carabinieri in questi ambienti ristretti, perché, se il Risio dopo mesi di carcere ha ottenuto finalmente un permesso per andare al bar con gli amici si è sentito inopportunamente molestato in un momento di agognato svago e di libertà ed ha reagito con modalità altrettanto inopportune. Non dimentichiamo che era autorizzato ad uscire per decisione di un giudice e questo incide. Non aiuta poi questo giornale con affermazioni beffarde contro le persone in carcere che debbono sempre essere rispettate se leggiamo frasi in altro articolo “GLI HANNO APPARECCHIATO IL PRANZO DI FERRAGOSTO DIETRO LE SBARRE”.

        • Poverino il pranzo dietro le sbarre. Lo hanno molestato. Se era per me non mangiava a vita.

        • Ma veramente?

        • Fattinaltrosonno | 16 Agosto 2024 at 11:59 | Rispondi

          Caro GD che credo stia per genio disagiato innanzitutto nn sono stati mesi di carcere, secondo non aveva permesso di andare al bar ma esclusivamente permesso di uscire per provvedere alla spesa alimentare (che nn si fa al bar), terzo ti ci fossi trovato tu magari mo ste dita le tenevi ferme invece di scrivere minchiate! Poi prima di usare la parola molestia magari studiane il significato! Jammo su vatt a fa n altro sonno nn si sa mai che ti svegli in tutti i sensi!!

  2. non utilizzate il nome di Tyson invano

  3. Il delinquente di Cocullo ….Tyson mi sembra troppo generoso .

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