Atessa ce l’ha fatta a salvare il suo ospedale, a cambiare le carte inamovibili del piano Lorenzin e gli animi della Regione. C’è chi dice che sia solo una boutade elettorale, però, intanto, il presidio che doveva essere spazzato è stato riconosciuto ospedale di area disagiata. E Giulianova la sua battaglia per il primo livello se la gioca ancora. A Sulmona e nella Valle Peligna, invece, si è ancora in attesa che il tavolo deliberato dal Comune all’inizio di novembre per “monitorare i bisogni e salvaguardare il diritto alla salute” si apra e soprattutto che le richieste di potenziamento dell’ospedale di base, giammai di primo livello, assicurate più di un anno fa siano attuate. L’assessore regionale Andrea Gerosolimo esulta, giustamente, per il concorso da primario di Rianimazione “che era sguarnito dal 2010”, ma rispetto alla mole di impegni presi il risultato (che si spera di incassare tra un mesetto – il concorso è fissato per il 26 febbraio -) è poca cosa rispetto alla montagna di problemi che gravano sulla sanità del territorio. Perché a Sulmona e nella Valle Peligna, non solo non arrivano le cose promesse, ma vanno via anche le certezze. Nella sostanziale e imbarazzante indifferenza di tutti. Nel giro di un paio di mesi, ad esempio, sono stati chiusi il Centro di salute mentale e il Centro diurno di Sulmona prima e il Centro per l’autismo e il Centro psichiatrico di Pratola poi. Un’intera quanto vasta fetta di pazienti con gravi disagi e disabilità è stata lasciata allo sbando. E questa volta la ministra e la spending review non c’entrano niente, piuttosto la colpa è di chi ha aperto e inaugurato strutture in pompa magna senza avere neanche le autorizzazioni necessarie. E se è sconvolgente il pressappochismo dell’azienda sanitaria nei disinvolti tagli del nastro, lo è ancor più il suo immobilismo di fronte ad un dramma che coinvolge migliaia di utenti. Perché se a Pratola (dove comunque l’utenza è limitata) si sta facendo il possibile per riattivare il servizio, a Sulmona da novembre ad oggi non si è mossa foglia. Le agibilità continuano a mancare e soprattutto continua a mancare il servizio, senza che sia stata ipotizzata una soluzione alternativa e temporanea. Con la Regione in smobilitazione poi le promesse di un ospedale di base rafforzato, non avranno neanche più il rango di promesse.
Commenta per primo! "Ferite aperte"