
Sono state fissate per lunedì le autopsie sui corpi di Ludovico e Teodora Casasanta, figlio e madre, originaria di Roccacasale, barbaramente uccisi l’altra notte a Carmagnola in Piemonte da Alexandro Riccio, trentanovenne del posto. Padre e marito delle vittime.
Un assassinio brutale consumato al terzo piano di una palazzina dove Teodora e Alexandro avevano tentato di ricostruire un nido d’amore, o almeno una famiglia, trasferendosi l’estate scorsa nel nuovo appartamento dopo un periodo di separazione dovuta all’infatuazione dell’uomo per un’altra donna.

Teodora, nonostante questo, aveva deciso di perdonarlo e di provare a ricominciare; ma la vita coniugale non andava bene. Le liti frequenti, dicono i vicini, sono culminate l’altra notte in una tragedia, consumata con una violenza “agghiacciante”, come l’hanno definita gli investigatori, nella quale la donna, 39 anni, e il figlio, appena 5 anni, hanno perso la vita verosimilmente dopo un’agonia terribile.
La causa scatenante dell’assassinio è stata la volontà di Teodora di mettere fine a quella relazione: tanto è bastato per far maturare nel marito una lucida furia omicida. L’uomo dopo il doppio omicidio ha tentato di uccidersi tagliandosi le vene, ingerendo della candeggina e gettandosi dal balcone: tutti tentativi andati a vuoto. Ora si trova ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale Molinette in attesa della convalida dell’arresto e con sessanta giorni di prognosi.

Per il Piemonte, intanto, partiranno (probabilmente domani) i familiari di Teodora, la madre e il fratello più giovane, a cui spetterà il difficile compito del riconoscimento delle salme e del disbrigo delle procedure burocratiche per far rientrare le due bare in Abruzzo. I funerali, per questo, si terranno solo nei prossimi giorni, quando Roccacasale, con un lutto cittadino già annunciato dal sindaco Enrico Pace, riabbraccerà i suoi figli.
Una vicenda di cronaca che ha sconvolto l’Italia e il piccolo centro peligno, dove Teodora, psicologa e ragazza solare, era molto conosciuta, amata e apprezzata. Tra quelle case e quel castello lasciati dieci anni fa per andare a lavorare, per costruirsi una vita dando valore ai suoi studi, per mettere a frutto la laurea in Psicologia che l’aveva portata così in Piemonte ad occuparsi delle vite distrutte di tossicodipendenti, alcolizzati e persone con squilibri mentali. In quella terra lontana dove è andata a morire per mano di chi le aveva giurato amore.
Mio Dio, perché!!!!!