Fase due, un’idea nel silenzio

La fase due si avvicina e probabilmente, in Abruzzo, anche prima di quella nazionale. L’annuncio dell’assessore regionale Mauro Febbo di voler anticipare nella nostra regione le aperture di alcune attività, accelera ancor di più la necessità di trovare soluzioni per garantire specie a bar e ristoranti la possibilità di poter rispettare il distanziamento sociale e mantenere un numero di coperti in grado di sostenere il bilancio degli esercizi stessi.
Non basta certo il rinvio di una tassa, ma occorrono misure forti e draconiane, non solo dal punto di vista economico con l’ipotesi di riduzione o azzeramento della tassa di occupazione di suolo pubblico, ma anche dal punto di vista urbanistico.
Sbic ha fatto da tempo la sua proposta e visto filo silenzio che ne è seguito da parte dell’amministrazione comunale ha chiesto ieri di convocare al più presto un consiglio comunale.

Ma la giunta Casini non sembra essere sorda solo ai richiami dell’opposizione, visto che l’altro giorno neanche il “decalogo” redatto dal consigliere di maggioranza Andrea Ramunno, è stato preso in considerazione, né discusso dalla sua coalizione.
L’impressione è che come al solito Sulmona si trova in un ritardo imbarazzante sulle scelte da compiere, incapace di prendere decisioni e guardare ad un futuro anche a breve termine, perché in realtà di tempo non ce n’è, con o senza le anticipazioni auspicate da Febbo.
Ne abbiamo parlato con l’architetto Valerio Vitucci in una video intervista, un giovane professionista che la sua idea di centro storico l’ha maturata nella sua tesi di laurea, prospettando una piccola rivoluzione che potrebbe tornare molto utile in questo momento, perché prevede, tra le altre cose, la creazione di una zona franca, che potrebbe essere pedonalizzata, lungo tutto corso Ovidio, che potrebbe essere di certo il miglior sfogo per bar e ristoranti per trovare il loro “posto al sole” nella fase due dell’emergenza post Covid.