La farmacia aperta a singhiozzo, la posta elettronica del Comune ancora bloccata come l’albo pretorio lo è stato fino a qualche ora fa. E poi l’ufficio tributi che andrà in sofferenza da lunedì prossimo e la manutenzione cittadina e il servizio tecnico fermi invece da lunedì scorso, mentre ancora non è risolta la vicenda dei lavoratori addetti alle pulizie senza mandato per operare pur essendo sul posto di lavoro.
Sulmona è arrivata a quello che il socialista Carugno (partito sostanzialmente in maggioranza) ha definito qualche giorno fa “il nodo al pettine” ed è un nodo che sembra non essere destinato a sbrogliarsi né presto, né facilmente. Quello delle cooperative di servizio, la cui attività è quasi totalmente sospesa a causa della mancanza del dirigente in malattia da una parte e dal rifiuto di quello che dovrebbe essere il suo sostituto, la segretaria Francesca De Camillis, di firmare proroghe e gare dall’altra. Tant’è, anzi, che a quanto pare non solo non voglia firmare proroghe, ma abbia dato lo stop anche all’aggiudicazione delle gare che erano state già avviate.
Una città paralizzata, che ai “semplici” disservizi sta sostituendo l’interruzione di pubblico servizio nel sostanziale immobilismo della burocrazia.
E’ successo così che mercoledì e giovedì scorsi la farmacia comunale sia rimasta chiusa la mattina: un commesso malato e l’altro mandato via perché appartenente alla cooperativa Satic a cui non è stato rinnovato il contratto, hanno fatto alzare bandiera bianca alle due farmaciste in servizio, impossibilitate a lavorare oltre dodici ore al giorno, con tanto di servizi di reperibilità notturni. “Purtroppo succederà di nuovo anche questa settimana – avvertono mentre una lunga fila di utenti affolla il negozio – il commesso assunto, che manca da dieci giorni, ha comunicato proprio oggi che prolungherà la sua malattia, mentre la dipendente della Satic non è più in servizio da martedì scorso”. Già lunedì e martedì prossimi la saracinesca della farmacia comunale in via Gennaro Sardi potrebbe rimanere abbassata.
Se la vicenda della farmacia è grave, quella dei servizi informatici è gravissima, perché mette a rischio non solo i servizi, ma la sicurezza del Comune. Un attacco informatico, in questo momento, potrebbe portare al default del sistema intranet ed internet. L’albo pretorio è rimasto bloccato fino a questo pomeriggio, mentre il servizio di e-mail, tanto in entrata, quanto in uscita, è in palla. Non è un problema di secondo piano in una società dove l’informatica ha sostituito in gran parte le comunicazioni ufficiali della burocrazia, comprese, per fare un esempio, quelle di protezione civile: se si verificasse un terremoto o un’altra calamità, ad esempio, gli uffici sarebbero impossibilitati a comunicare con prefettura e ministeri.
E poi ci sono i servizi di manutenzione bloccati da lunedì scorso in una città dove ogni cinquanta passi si ricorre alle transenne, dove i segnali stradali restano sdraiati da settimane, l’erba cresce incolta sui monumenti, le buche sono trappole che producono centinaia di cause di risarcimento. E i tributi, ancora, che da lunedì saranno in sofferenza, anche qui per la fine dei contratti con le cooperative.
Non che i dipendenti, quelli assunti direttamente, se la passino meglio, tant’è che lunedì prossimo dalle 13:00 alle 15:00 i sindacati hanno convocato a palazzo San Francesco un’assemblea/presidio.
Una città ostaggio della burocrazia, insomma, e di chi la macchina non è in grado di dominarla e guidarla.
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