Il Comune di Sulmona diventa social: con una delibera approvata dalla giunta, infatti, è stata autorizzata la creazione di un profilo Facebook istituzionale di palazzo San Francesco, uno strumento voluto “allo scopo di favorire l’informazione e la trasparenza sulle misure amministrative adottate e assicurare una maggiore divulgazione di iniziative turistiche, culturali e folkloristiche in atto sul territorio comunale”. Fin qui nulla di male, anzi: nell’era della politica fatta a colpi di post, l’assenza di un profilo del Comune di Sulmona era una deficienza che si faceva sentire. Anche se sindaco e assessori, in questi anni, non hanno mai fatto mancare le loro esternazioni sulla piattaforma di Zuckerberg, con la prima cittadina che lo scorso anno e poco più annunciò le sue dimissioni proprio con una diretta Facebook.
L’iniziativa voluta in nome dell’articolo 21 della Costituzione, ovvero il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, lascia però qualche perplessità nello spulciare il disciplinare d’uso. Perché insomma le regole sono molto rigide e la censura è dietro l’angolo.
Sarà che nel web non ci sono controlli e regolamenti come nell’aula consiliare, sarà che il web non perdona proprio no. Fatto è che il compito lasciato al moderatore (il sindaco o un suo delegato scelto nell’ufficio di segreteria o dello staff del sindaco) somiglia un po’ a quello di un Kapò. Certo alcune limitazioni sono comprensibili, altre un po’ meno.
Vietato fare riferimenti a persone singole, né pubblicare dati sensibili e giudiziari. I commenti di propaganda politica, sindacale e religiosa, verranno bannati; così come tutti quelli che non riguardano finalità informative, culturali e turistiche. Guai poi se la discussione diventa una chat tra utenti con il classico botta e risposta, anche se si è educati e composti. Stop ai troll e a chi vuole intralciare la discussione, quelli che usano un linguaggio inappropriato e chi offende gli amministratori del canale e gli altri utenti. E che non si accenni a fare polemica o ad offendere l’immagine del Comune, perché oltre alla rimozione dei post è assicurata la querela.
Niente pubblicità commerciali e nemmeno politiche: sul sito del Comune non si possono postare posizioni di partito o di un esponente politico, come se fare propaganda a quello che il Comune fa non sia politica.
E ancora evitare il sarcasmo (sic!) e la denigrazione: “Ogni singolo utente del suddetto servizio deve tenere un comportamento rispettoso dell’etica e delle norme di buon uso dei servizi di rete ed è direttamente responsabile, civilmente e penalmente, a norma delle vigenti leggi, per l’uso fatto del servizio e l’utente è tenuto a risarcire gli eventuali danni all’immagine istituzionale del Comune di Sulmona”.
Insomma un profilo da seguire e leggere con le dovute precauzioni. Non sia mai che in nome della Costituzione e della libertà di pensiero si debba finire in tribunale.
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