Evasione e distruzione documenti contabili, misura interdittiva per imprenditore

Sotto sequestro un gruzzolo da 1.100.000 di euro, importo totale dato dal valore delle disponibilità finanziarie e dei beni immobili.

Finisce sotto la lente dei militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Sulmona l’amministratore pro-tempore di una società marsicana di Celano operante nel settore della coltivazione e nel commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti agricoli, responsabile del reato di occultamento e distruzione di documenti contabili e di omessa dichiarazione dei redditi.

Per l’uomo arriva la misura interdittiva, il divieto di esercitare l’ufficio direttivo di amministratore e legale rappresentante dell’impresa per la durata di dodici mesi. Un’operazione che prende le mosse da maggio 2017, portata avanti dalle fiamme gialle peligne, che riguardava una società operante nello stesso settore rea di una maxi evasione fiscale.

Da questa indagine condotta dalla Finanza e dalla Procura di Avezzano, durata oltre un anno, si è riuscito a scoprire che la società, nonostante per gli anni 2011 e 2012 avesse depositato dichiarazioni dei redditi irrisorie, aveva in realtà realizzato operazioni commerciali attraverso cessioni di beni e prestazioni di servizi, con ricavi dal 2011 al 2014, per quasi 15 milioni di euro in totale evasione d’imposta. Dagli accertamenti su carte e documentazioni ispezionate molto lacunose è stato ricostruito l’intero volume d’affari realizzato dall’impresa con un dichiarato pari a 14 milioni e 700 mila euro
La Procura della Repubblica di Avezzano, ha richiesto  il sequestro preventivo sia delle disponibilità presenti sui conti correnti bancari e postali dell’indagato che dei suoi beni mobili ed immobili, per un importo equivalente all’imposta evasa, risultata essere pari a 1 milione e 100 mila euro.

La Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, ricorda la costante lotta all’evasione fiscale, un reato nei fatti, che ostacola la normale concorrenza tra imprese, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti.

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