Etty Hillesum, appuntamento con la memoria e con il cuore

“Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi nel suo destino”. “Etty Hillesum, l’intelligenza nel cuore” è lo spettacolo che la compagnia teatrale Fantacadabra propone in occasione della Giornata della Memoria, in collaborazione con il Comuna di Sulmona. Si tratta di una lettura spettacolo con Laura Tiberi e la collaborazione di Mario Fracassi e Santo Cicco. Sul palco saliranno le straordinarie testimonianze di coloro che nonostante il periodo buio della Shoah sono riusciti a preservare “la sorgente buona nell’umano”, come Hillesum, annientata del campo di Auschwitz.

“Perché la giornata della memoria non sia solamente rievocazione e per capire che cosa può dirci oggi un’esistenza come quella di  Etty Hillesum, la sua disarmante presenza agli eventi del proprio tempo, la sua ricerca interiore, il suo desiderio di scrittura, i suoi interrogativi sulla differenza tra donne e uomini”.

E’ questo l’invito di Fantacadabra che anticipa: “Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: «Vietato agli ebrei». Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Un altro giorno, gli ebrei non possono più usare la bicicletta. Etty annota: «La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza”.

Un appuntamento con la memoria e con il cuore, sabato 27 gennaio alle ore 18 presso il teatro di via Quatrario (ingresso libero).

 

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