Esposto sui fondi del Bimillenario, M5S: “Gestione poco chiara”

Domande presentate fuori termine e incomplete ammesse a finanziamento e altre, per le stesse ragioni, inesorabilmente escluse. Schede di valutazione ritoccate, punteggi multipli, relazioni generiche, mancato rispetto della modulistica (che era motivo esplicito di esclusione) e soprattutto un conflitto di interessi grande come il poeta che lo ha ispirato.
La vicenda dei finanziamenti regionali per Ovidio 2017 finisce sui banchi del tribunale, quello penale e quello contabile, dove il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianluca Ranieri, ha depositato un esposto chiedendo di fare luce su modi, tempi e destinatari dei 100mila euro stanziati dalla Regione per il Bimillenario ovidiano.
“La vicenda ha la sua genesi nel consiglio regionale quando a fine 2016, arbitrariamente, la Regione a guida D’Alfonso ha elargito a pioggia centinaia di migliaia di euro per eventi di vario genere e tra questi i 100mila euro richiesti dall’assessore Andrea Gerosolimo per Sulmona. Elargita la somma dalla Regione Abruzzo il primo attore diventa l’amministrazione comunale – hanno spiegato i grillini stamane in una conferenza stampa – che, per mezzo del sindaco Annamaria Casini, nella sua veste di presidente della “commissione organizzatrice”, chiama a sé le associazioni del territorio per dar vita al programma partecipato del bimillenario ovidiano. In data 3/12/2016 infatti, da alcuni organi di stampa, si apprende come all’invito pubblico abbiano risposto almeno 70 associazioni. Da lì il processo partecipativo un po’ si perde e inizia a venire fuori una situazione tutt’altro che chiara. Sempre a mezzo stampa vengono quindi sollevati alcuni dubbi sul conflitto di interessi maturato tra alcune associazioni richiedenti il finanziamento e i membri della commissione di valutazione. Una situazione che ha spinto il M5S a eseguire un accesso agli atti”.
E dalla lettura degli atti, i 5 Stelle scovano la sovrapposizione dei nomi di commissari e beneficiari dei finanziamenti: Raffaele Giannantonio, Gaetano Di Bacco, Massimo Di Paolo, Caterina Fantauzzi, tutti, specificano nell’esposto i grillini, da una parte membri della commissione e dall’altra legati a progetti finanziati dalla stessa.
Ma presunte irregolarità i 5 Stelle le sollevano anche nei diversi trattamenti avuti dalle singole associazioni richiedenti, con domande presentate addirittura ad aprile scorso, ed ammesse, nonostante la scadenza della richiesta per i finanziamenti scadesse a metà dicembre e altre escluse per gli stessi motivi.
L’elenco dettagliato dei punti contestati, delle associazioni interessate e dei progetti posti all’attenzione della magistratura, sarà pubblicato domani sulla Bacheca del Germe (nelle edicole o su questo sito per gli abbonati sostenitori).
Ma soprattutto le carte dovranno ora leggerle i magistrati per verificare i dubbi avanzati dai grillini sulla gestione di questi fondi pubblici, anche e soprattutto in vista del finanziamento ben più cospicuo che sta arrivando per il Bimillenario con la legge parlamentare (dove sono stati messi in bilancio 700mila euro).
“Abbiamo più volte richiesto in consiglio regionale – continua Ranieri – che per l’assegnazione dei fondi per la cultura venisse attuata la legge 46/2014, approvata proprio da questa stessa maggioranza, senza mai riuscire ad ottenere l’applicazione della norma. La trasparenza e la parità delle condizioni di base nell’assegnazione dei fondi per la cultura sono principi per i quali il M5S si batte in Regione Abruzzo sin dall’inizio della legislatura. Continueremo a batterci affinché la trasparenza diventi un elemento imprescindibile di ogni azione di governo, in ogni grado istituzionale, dal Parlamento fino al più piccolo dei comuni”.
Il caso dei fondi del Bimillenario era stato già sollevato dal Germe e, in consiglio comunale, dal movimento politico Sbic con una interrogazione, alla quale il sindaco Casini rispose assicurando l’assoluta regolarità dei lavori della commissione da lei presieduta. Ora saranno la procura della Repubblica di Sulmona e la Corte dei Conti a dover verificare se davvero così è stato.

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