
Non ci fu circonvenzione d’incapace o, comunque, non ci sono elementi per sostenere l’accusa in giudizio: con queste motivazioni il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Sulmona, Edoardo Mariotti, ha chiesto l’archiviazione a carico dei sei indagati finiti sotto inchiesta con l’accusa di aver sottratto ad una parente e vicina di casa, Annita Vallera, 450mila euro della sua eredità.
I fatti sarebbero accaduti a Pratola Peligna tra il novembre del 2021 e l’ottobre del 2022, quando, secondo la denuncia di una vicina di casa, l’anziana sarebbe stata circuita dai nipoti per farsi trasferire su un conto corrente cointestato un bonifico da quasi mezzo milione di euro con la causale “regalo ai nipoti”. A carico di uno di loro, in più, era stata ipotizzata l’accusa di aver portato la zia davanti ad un notaio per sottoscrivere un testamento, nonostante le sue capacità cognitive ridotte.
La procura nel corso delle indagini sequestrò i soldi dai conti corrente, sequestro che venne poi annullato dal tribunale del Riesame.
Ad essere iscritti nel registro degli indagati erano stati Giuseppe Iacobucci, Onorina Puglielli, Antonio, Enrica e Gisella Spadafora, tutti nipoti dell’anziana e, in un secondo tempo, la vicina di casa che aveva sporto denuncia Simona Miceli.
All’avviso di garanzia erano quindi seguite le memorie difensive dei legali degli indagati (Mario Tedeschi, Luca Tirabassi, Vincenzo Margiotta e Luigi Di Loreto) che sono state sufficienti a convincere il pubblico ministero a chiedere l’archiviazione.
Ora la decisione finale spetterà al giudice per le indagini preliminari, almeno dal punto di vista penale, perché la causa civile resta in piedi.
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