Erano accusate di aver sottratto l’eredità milionaria (450mila euro tra titoli e obbligazioni) dai legittimi eredi, rinchiudendo un’anziana parente in una casa di cura e facendole firmare una procura speciale con la quale avrebbero illegittimamente trasferito la cospicua eredità sui loro conti corrente. Accuse pesanti (circonvenzione di incapace, riciclaggio e appropriazione indebita), quelle rivolte a due sorelle di Pratola Peligna, Paola e Laura Guido, figlie di un noto avvocato e loro stesse (Laura) avvocato. Una vicenda giudiziaria che aveva fatto molto scalpore quando nel 2015, dopo la morte dell’anziana, altre due nipoti si rivolsero alla polizia denunciando il presunto raggiro fatto nei confronti della loro parente per appropriarsi di un’eredità che le legittime eredi avevano scoperto esistere dopo aver trovato dei promemoria tra le carte della vecchia zia.
Accuse infondate ha stabilito ieri il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, che ha assolto, con rito abbreviato, Paola Guido “perché il fatto non sussiste”, mentre l’altra sorella, Laura, era stata già scagionata in fase di indagini preliminari con la richiesta della stessa procura di archiviazione del caso.
Alle sorelle Guido, difese dal fratello Fabio Guido, vennero sequestrati al tempo anche i conti corrente sui quali la polizia, dopo una laboriosa indagine bancaria, trovò 190mila euro.
Ieri la vicenda processuale si è conclusa con la definitiva assoluzione dell’imputata, perché secondo il giudice non ci fu nessuna circonvenzione e quella procura speciale era stata fatta nel rispetto della legge.
Maltrattare i vecchietti sono comunque cose che fanno i bruttarelli. Bruttarelli che si riuniscono a riporto con le bruttarelle e nascono i mostricelli.