Riccardo Santacroce 34 anni, vive e lavora a Pratola Peligna, ingegnere con due master (in Gestione e strategia d’impresa ed Energy Trading e risk management), ha preso in mano il ramo più importante dell’azienda di famiglia, quello che da più di 20 anni dà energia e gas a tanti utenti d’Abruzzo e soprattutto del territorio della Valle Peligna. Ha cambiato il nome dell’impresa, ha rinnovato lo stile e la comunicazione, affrontando una sfida in un momento molto delicato per il settore, specie dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l’impennata dei costi energetici. Una scommessa, la sua, fatta sul territorio e per il territorio. Un giovane che, per una volta, decide di restare e di investire sulla sua vita e sulla terra che gli ha dato i natali. Energia da vendere, oltre che in vendita, insomma.
Perché restare?
Perché da quando ero ragazzo sento dire che la nostra è una valle di lacrime. Quello che penso invece è proprio l’esatto contrario, la nostra è una valle di opportunità, bisogna anzitutto avere la voglia di cercarle ed una volta trovate occorrono forza e caparbietà per poterle sfruttare al massimo. Sono cresciuto a “pane ed energia” e questo ha condizionato fortemente il mio percorso formativo universitario e post universitario. Nel momento in cui ho dovuto scegliere come utilizzare il mio bagaglio di studi, l’idea di “emigrare” non mi ha sfiorato neanche minimamente. Abbiamo un territorio che offre molteplici opportunità per gli obiettivi energetici del futuro e sarebbe stato sciocco se non addirittura “ingiusto” portare il mio contributo lontano da casa.
Cosa le piace di più di questa sfida?
Mi emoziono ogni volta che attraverso la nostra Terra o semplicemente ne parlo con qualcuno che magari non la conosce in modo diretto. Al contempo, continuo ad arrabbiarmi ogni volta che vedo il suo potenziale sprecato o addirittura abbandonato quando sento dire “vado via perché qui non c’è futuro”. Se non siamo orgogliosi della nostra terra è difficile essere orgogliosi di noi stessi. La sfida è rimanere per valorizzarla, col tempo che ci vuole, fosse anche un per sempre.
Quanti dipendenti avete e qual è la prospettiva di crescita dell’azienda?
Ad oggi Santacroce Energie dispone di un organico di 25 persone provenienti da tutti gli angoli della Valle Peligna. I nostri obiettivi sono molto sfidanti e con le iniziative che stiamo programmando di mettere in atto nei prossimi mesi, necessiteremo sicuramente di nuovo personale sia nei reparti commerciali che in quelli tecnici
Oggi siamo tempestati da call center e telefonate, offerte last minute e promesse di risparmio. Perché un utente dovrebbe scegliere la sua?
Il settore della vendita di energia purtroppo ad oggi è spesso accostato solo a questi esempi negativi con la conseguenza che l’utente finale, facendo di tutta l’erba un fascio, negli anni si è costruito un’idea non troppo positiva degli operatori del settore. Purtroppo, ci scontriamo quotidianamente con questa visione. Da un lato personalmente mi dispiace perché rappresento un’azienda che opera in questo settore, dall’altro però, utilizzando come leva questo “scetticismo”, abbiamo modo di mostrare fin dal primissimo incontro quelli che sono i nostri vantaggi ed i nostri punti di forza, grazie ai quali, da sempre, ci distinguiamo rispetto a tutti gli altri. In primis, per noi i nostri clienti sono persone a cui eroghiamo un servizio e non banali numeri asettici. I nostri utenti possono fare affidamento sugli sportelli territoriali, ad oggi ne sono attivi 4 (Pratola, Sulmona, Raiano, Popoli), all’interno dei quali oltre a poter ricevere assistenza, possono essere effettuati tanti altri servizi, tra cui pagamenti delle bollette, ma anche del bollo auto, degli F24 ed effettuare ricariche telefoniche. Chiaramente abbiamo a disposizione anche i classici canali telefonici e quelli digitali, tramite i quali, grazie alla nostra APP o al portale clienti online è possibile recarsi “virtualmente” all’interno di uno dei nostri sportelli. Oltre a quanto appena detto, quello di cui andiamo più orgogliosi e che rappresenta il nostro vero e proprio cavallo di battaglia è che la nostra è un’azienda con testa, cuore e personale nella Valle Peligna, attiva nel settore dell’energia da oltre 20 anni; quindi, scegliere Santacroce Energie significa davvero fare un investimento sul nostro territorio. Un investimento che porta frutti non solo a livello occupazionale, ma anche a livello di indotto. Proprio perché siamo davvero 100% Peligni, per forma mentis lavoriamo al 100% con banche locali, fornitori locali e imprese locali, reinvestendo localmente i nostri ricavi, anziché portarli fuori provincia, o peggio, fuori regione.
Quanto conta la fiducia nel fornitore oggi?
Ritengo che sia fondamentale se non addirittura cruciale. Proprio per questo motivo, il nostro modello di business ruota intorno alla fiducia, non a caso l’azienda porta proprio il nostro nome, perché da sempre siamo pronti ed orgogliosi di metterci la faccia. Chiaramente alla visione romantica seguono poi anche i fatti. Come dicevo prima, siamo attivi da oltre 20 anni nel settore dell’energia, non siamo di certo gli ultimi arrivati, sappiamo quello che facciamo e da sempre il cliente è al centro del nostro processo di sviluppo. La nostra struttura è davvero snella e priva di qualsiasi sovrastruttura, per questo motivo procedure ed operazioni che con qualsiasi altro fornitore richiedono giorni o settimane, da noi vengono evase nel giro di qualche ora, sia che si tratti di un’operazione di natura tecnica come un allaccio, sia che sia un’operazione di natura amministrativa.
Oggi la sostenibilità è diventata una strada obbligata e non più un vezzo per una élite. In che modo la sua azienda se ne fa carico?
Il tema della sostenibilità ambientale è un tema a cui tengo particolarmente e per questo motivo è uno dei pilastri portanti di Santacroce Energie. Il nostro impegno parte dalle nostre offerte di energia verde proveniente da fonti rinnovabili. Si sviluppa in una serie di iniziative e progetti che stiamo mettendo a terra per il nostro territorio, affinché ci sia proprio localmente, nella regione verde d’Europa, una vera e propria riduzione delle emissioni di CO2. Culmina con l’obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere entro fine anno, e cioè quello di essere 100% plastic free.
Quando parla di iniziative e progetti, può farci qualche anticipazione?
Tra i progetti pronti sui blocchi di partenza, c’è l’iniziativa delle comunità energetiche di cui ci costituiremo soggetto promotore e per la quale inizieremo la raccolta delle adesioni non appena ci sarà il dispositivo di legge pronto. Questo sicuramente è il progetto più ambizioso, poi ce ne sono altri di cui preferisco non anticipare nulla ma che saranno delle vere e proprie “chicche” per la nostra comunità.
Il processo di equilibrio energetico posto dall’Europa al 2050 è secondo lei raggiungibile? In che modo?
Ritengo che ci sia ancora molto da fare a livello di consapevolezza da parte dell’utente finale e soltanto con l’impegno di tutti, produttore, fornitore ed utilizzatore si riuscirà a raggiungere questo obiettivo nel medio periodo. Ad oggi siamo a buon punto per i primi due aspetti, ma da quello che vedo quotidianamente, lato cliente finale si dovrà fare ancora molto. La dinamica ambientale è legata a due mani con la dinamica sociale e affinché si possa avere un reale impatto, concreto e quantificabile, bisognerà partire dalle piccole cose, cominciando cioè a cambiare le abitudini consolidate ed a sradicare quei luoghi comuni che con tantissima resistenza continuiamo a praticare. Solo per fare un esempio per rendere l’idea, a livello tecnologico ad oggi siamo nelle condizioni di conoscere il giorno prima per quello dopo, quanto produrranno gli impianti fotovoltaici installati da un qualsiasi utente o da una comunità energetica e programmare di conseguenza i consumi, per utilizzare 100% energia autoprodotta. Tuttavia, affinché questo sia possibile, l’utente deve essere predisposto a caricare, per esempio, la lavatrice, non più allo stesso orario ma nel momento più conveniente della giornata ma soprattutto dovrà munirsi dei dispositivi appositi per poter far si che la casa diventi, sotto un certo punto di vista, intelligente. Queste pratiche richiedono anzitutto consapevolezza e di conseguenza volontà.
… ma quante belle chiacchiere… i fatti cosa dicono? Nulla di nulla… nessun accenno o esempio su un possibile risparmio sulle tariffe di un’utenza… zero assoluto… dove sarebbe la convenienza?
La signora Maria, quanti soldi risparmierebbe sulla bolletta di un bimestre a parità di consumi?
Questa resta una Valle delle lacrime in quanto una politica sbagliata ha dilapidato un patrimonio industriale e artigianale costruito dal dopoguerra fino agli anni ‘90, il riscontro è dato dalla desertificazione delle aree industriali e artigianali di Sulmona, Raiano e Pratola e, contestualmente, incrociando i dati del drammatico calo demografico della Valle.
Per uno che resta… dieci saranno costretti ad andare via… a meno che non vogliamo metterci a fare tutte le stesse iniziative aprendo, per esempio, società di vendita del gas e dell’energia elettrica sul mercato libero… una la potremmo chiamare “ Majella Energia”…
Caro Ninco Nanco. Già che da lavoro a persone del territorio è un grande merito. Probabilmente non sai cosa vuol dire avere un’attività.
… No Carlo ti sbagli… so benissimo cosa vuol dire “ avere “ o gestire un’attività, o tutte e due le cose… e ogni posto di lavoro è da benedire sempre e comunque… ma poi per il resto nulla di nuovo sotto il sole della Conca Peligna, peraltro un film già visto…
Spazio pubblicitario? Non capisco il senso di questo articolo.
bravissimo un articolo pubblicità… così perdete validità
Complimenti per la marchetta .
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
Meglio leggere articoli su persone che lavorano che parlare dei raschiabarile compravoti e politichetti da 4 soldi.
Dopo manifesti volantini e se non erro televisione mancava L’INTERVISTA
Assurdo, invece di elogiare e favorire simili iniziative, si pensa solo a criticare stupidamente! Invidia? E quando ci riprenderemo con questa gretta mentalità?
Puro giornalismo indipendente quando arriveranno le bollette tornerò a leggerlo
Questa persona è quello che ha venduto gransassoa Hera se non mi sbaglio?
in alcuni commenti a questo articolo si comprende l’arretratezza di questo territorio. E’ il racconto di un ragazzo che ha scommesso sul suo territorio, per una volta una buona notizia. E alcuni lettori anziché riflettere gli danno addosso. Invidia, boh, non so che. Riccardo guarda avanti, guarda ai tanti – sono sicuro – che leggono questo articolo con speranza come me. E grazie al Germe per darci ogni tanto questa speranza
Mi scusi, ma per caso la parola servilismo fa il paio con leccaculismo? La rima c’è il resto pure.
Gransasso/Hera
Era Vincenzo.
Ora un nuovo reclutatore.
La vendita porta porta ha una nuova Hera.
E grazie a chi? Di che? Speranza???? Senza vergogna proprio.
L invidia e’ una brutta bestia !
Grande Riccardo Santacroce !
Io sono scappato.
Da alcuni commenti che sono capaci di criticare come al solito, si può capire la fretta mentalità di questa zona. Per questo non si va mai da nessuna parte. L’invidia è una brutta cosa…
Ogni nuova iniziativa è sempre una bella notizia e va incoraggiata soprattutto se nasce da gente del ns. territorio.
Spero però che non sia vero ciò che dice “lillo”…non sarebbe proprio un bel biglietto da visita.
Davvero auguri
Gretta non fretta
Riccardo è un esempio che andrebbe condiviso e seguito. La becera mentalità criticona e inconcludente presente nel codice genetico di certi peligni continua a non consentire alla nostra comunità di fare quel salto di qualità culturale che tanto servirebbe alla causa del nostro territorio.
Vai avanti Riccardo e.. non ti curar di loro..
Dai commenti:
1) Si critica l’iniziativa imprenditoriale (che da lavoro a 25 persone) e che mostra volontà.
2) Si piange che non ci sta lavoro nella zona, senza darsi da fare.
Mettetevi d’accordo e ricordate che i soldi vanno portati a Sulmona (persona residente guadagna e spende a Sulmona e in Valle). Ricordate anche che l’IRPEF comprende una quota da destinare al Comune di Residenza (addizionale comunale).
Complimenti alla famiglia Santacroce, esempi di coraggio e forza. Sempre avanti
Quanto mi piacerebbe sentire le voci dei dipendenti, sai, quelli che li hanno resi forti, o SUI QUALI sono diventati forti.
..e anche di quei dipendenti che grazie a loro hanno potuto mangiare, progettare un futuro e formare una famiglia..
Ma che gioco è,?prima tutti dalla Gran Sasso Energie…poi arriva il grande marchio nazionale(Heeracom) che assorbe la gran sasso,(una bella operazione economica molto vantaggiosa) E tutti a trasferirci perché sarebbe stato un beneficio economico,.poi ci accorgiamo che il grande marchio nn è cosí conveniente e in molti andiamo via,ora anche la gran sasso lascia la Heeracom e rifonda una nuova società,con un giovane pieno di motivazioni e slancio, con la speranza che tutti o quasi ritornino all’origine,..i tempi cambiano …evviva il pluralismo commerciale che porta prezzi più calmierati- noi purtroppo, non abbiamo più tanta fiducia verso gli imprenditori locali..anche se giovani e pieni di “entusiasmo”il nostro lo abbiamo perso, strada facendo..☹️😥👎